Una breve camminata  “resistente”, sul filo della memoria della lotta partigiana. 

Una camminata da Calosso con partenza prevista domenica in piazza Sant’Alessandro alle 15 verso il punto panoramico al bricco detto di “Crevacuore”. 

Pochi chilometri per arrivare al luogo che ospita già da qualche anno una targa in memoria del partigiano costigliolese Corrado Bianco e che da domenica 23 aprile ospiterà anche un’altra targa in ricordo dei partigiani calossesi che combatterono i nazifascisti e soprattutto in memoria di Giuliano Soave “Furia”, partigiano morto poco più che trentenne a Perletto, sule colline della langa, nel 1944. A organizzare la giornata sarà la Pro loco di Calosso con l’associazione Amici di Calosso, il Comune e l’Anpi di Costiglole d’Asti.  Il presidente della pro loco Mauro Ferro ci guida a comprendere il valore di questo piccolo gesto, a ormai quasi 80 anni da quei giorni del 1944 che cambiarono la storia del nostro Paese: “La lotta partigiana, sulle colline di Langa, Monferrato e Astesana si respira ancora, nonostante i molti anni trascorsi. Tenere viva la memoria della Resistenza è un dovere che spetta a tutti, perché la memoria è la chiave per leggere il futuro, una cartina al tornasole dentro la quale rigenerarci e riprogettare la convivenza civile, la tensione alla pace, la democrazia che sembra così scontata  ma che mai, come in questo periodo, è presa di mira da pezzolati maniolatori della storia che vorrebbero fare del passato una memoria confusa, dai contorni sfumati”.

Il punto panoramico, con la sua piccola torre in mattoni, diventerà cosi una pietra d’inciampo, un luogo della memoria, anzi “Il” luogo della memoria di Calosso e di Costigliole, insieme ad altre pietre, ad altri piccoli/grandi ricordi di altri partigiani morti. 

“Camminare insieme – continua Mauro Ferro – è già, di per sé, un gesto di pace e convivenza. Camminare e raccontare, camminare e ascoltare le ragioni degli altri, i ricordi, le battaglie civili. Bisogna essere attenti a non fare della memoria un luogo senza cuore, abitato solo dalle tradizioni, dai gesti, dalle abitudini perse nel tempo che corre. Le tradizioni del passato sono, sempre, memoria collettiva. Sono, sempre, un fatto politico, nel senso più nobile del termine. Ricordare il proprio territorio e farne memoria deve essere occasione di riflessione e rigenerazione. La Resistenza fu una esperienza unica, che ha coinvolto generazioni diverse ma, soprattutto, i giovani che volevano un futuro differente e lo volevano con lucidità, consapevoli che per costruire la pace, in quei mesi a cavallo tra il 1944 e la primavera del 1945, occorreva scegliere da che parte stare”.

Dopo la piccola cerimonia ufficiale per l’inaugurazione della targa, a cura del Comune e dell’Anpi al rientro in paese, nel salone del Teatro comunale, dalle 18, è in programma uno spettacolo/monologo teatrale dell’autore Matteo Manfredini, interpretato da Enrico Salimbeni: “L’ultima notte a Montefiorino”, che racconta un episodio del giugno 1944 in Emilia Romagna. Un racconto narrato con la voce e gli occhi di un giovane che entra nella Resistenza e si trova ad affrontare tutte le tragedie e le miserie della guerra, uno spettacolo creato da tre artisti che provengono dalle terre di cui si racconta la storia. Il ricordo, la memoria che diventa spettacolo teatrale, una pietra d’inciampo. Non solo un episodio nella ricorrenza del 25 aprile ma un impegno di una comunità che, nelle radici della propria storia, trova coesione e, dalla memoria, genera una nuova volontà di pace, proprio in un tempo in cui sembra che l’unica soluzione per arrivare alla fine dei conflitti siano le armi.