-5Lidia Ravera con Piangi pure, ed. Bompiani, si è aggiudicata questa edizione del Premio Asti d’Appello. “Nel 1976 sono entrata nel salotto buono della letteratura italiana con una spallata – ha detto Ravera – e avevo il vestito sbagliato. Oggi per la prima volta sono di nuovo emozionata, perché ho di fronte una giuria di uomini di legge”. Qui il video della proclamazione:

  “E’ anche giusto che gli scrittori vengano giudicati – ha detto la Ravera ricevendo l’assegno da 10mila euro -: rubacchiano vite altrui. Ero così infastidita di non aver vinto il Premio Cortina, adesso mi sento veramente vendicata”. “Il mio libro – ci aveva detto in un’intervista Lidia Ravera –  è una scommessa: volevo parlare della vecchiaia, della malattia e della morte. E volevo parlarne come di eventi tollerabili, quasi amici. Come parti, degne e decenti, al pari di tutti i passaggi della nostra vita su questa terra. E non come orrori da cui stornare lo sguardo a qualsiasi prezzo. Il mio libro è un’urgenza: mi metto sempre in ascolto di quello che mi preme, quando aspetto, fra un libro e un altro, che una storia emerga. Ho capito che mi premeva questa frase, quasi uno slogan: che la vita duri tutta la vita. Che non finisca prima. Che non finisca quando lo decide lo stereotipo consumista della giovinezza. Che si continui ad amare, a credere, a sognare. A sedurre. A guardarsi riflessi negli occhi di un altro. A cercare l’altro. A vederlo, a sceglierlo. Il mio libro è una storia semplice: Iris ha 79 anni, vende la nuda proprietà della sua casa perché non sopporta più la povertà. Il gesto le scatena sensi di morte, perché ha fatto una scommessa sulla durata della sua vita. Non posso raccontare tutta la vicenda: i romanzi vanno letti, sono costruiti per piccole oscillazioni, minuscoli slittamenti del reale, dell’immaginato. Basti sapere che questa è una storia d’amore e di seduzione, che si svolge nei tempi supplementari della vita. La sostanza è lì: una fiaba, morfologicamente perfetta. Con il male fuori. E il bene, addolorato e svelto, che trionfa”. Il nome di Lidia Ravera si inserisce nel palmares di cui fanno parte anche Francesca Melandri (2012), Federica Manzon (2011), Antonio Pennacchi (2010), Dunja Badnjevic e Elena Loewenthal (2009).   Qui le interviste a tutti gli scrittori finalisti.