Il Comune di Asti ha destinato un proprio immobile, ora vuoto, all’Agenzia Piemonte Lavoro.

Questo è il frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto nell’aprile scorso tra Comune e Apl finalizzato a dotare l’agenzia di una nuova sede territoriale.

I servizi per l’impiego, ai quali spetta un ruolo centrale di accompagnamento al lavoro ed orientamento e supporto alle diverse categorie di utenti, costituiscono una primaria infrastruttura del mercato del lavoro, svolgendo fondamentali compiti di rilievo istituzionale per l’integrazione attiva delle persone; in particolare, i Centri per l’impiego (CPI) erogano nel territorio di competenza servizi essenziali per la cittadinanza.

Avendo il Comune l’obbligo di legge di fornire i locali finalizzati alle attività dei centri per l’impiego (C.P.I.), e considerato che attualmente l’Apl è allocata in un fabbricato di proprietà privata in corso Dante, con i relativi costi di locazione da sostenere, l’Amministrazione Comunale, di concerto con l’APL, ha individuato un fabbricato di proprietà comunale adatto allo scopo.

Si tratta di uno degli edifici di via Govone n. 9, che fino al 2008 già ospitavano alcuni uffici comunali e che poi fino al 2013 sono stati sede del Cpia, struttura che risulta oggi completamente libero in seguito al trasferimento di queste attività.

Il Protocollo d’Intesa, di durata pari a 25 anni, prevede dunque la ristrutturazione di questo importante contenitore attualmente inutilizzato, con i costi completamente a carico di Apl, che mette a disposizione un finanziamento di 3.000.000 euro. Una prima tranche di questa somma, 1.500.000 euro, pari al 50% dell’importo del finanziamento verrà versata entro 60 giorni dalla sottoscrizione del patto (siglato il 22 aprile) come anticipo; altri 750.000, a titolo di acconto e pari al 25% dell’importo totale, sarà versata entro 60 giorni dall’esaurimento del primo acconto sulla base delle risultanze dello stato di avanzamento dei lavori e della documentazione contabile prodotta; la terza tranche, a titolo di saldo, fino ad un massimo dei restanti 750.000 euro, ammonterà alla differenza tra il costo complessivamente sostenuto per l’intervento, in relazione alle spese documentate ammissibili, e la sommatoria dei due acconti precedenti.

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