museo tosoCOSSANO BELBO – Venerdì 15 novembre prossimo, alle 17 il Museo Enologico Toso ospiterà nella sua sede di Cossano Belbo la presentazione del decimo numero della Rivista “Langhe”, quello dell’autunno e inverno 2013.   L’occasione aperta a tutti e creata dall’Associazione Arvangia e dal Museo Enologico Toso favorirà l’incontro tra chi legge e chi scrive sulla rivista Langhe per sviluppare una stimolante verifica del rapporto tra cultura e territorio sulle colline che hanno ispirato Beppe Fenoglio, Cesare Pavese e tanti altri autori con l’obiettivo di mettere in vetrina le storie e i personaggi che nei primi cinque anni di attività della rivista sono stati presentati.   Sarà un festoso raduno dei collaboratori e dei testimoni che dal febbraio 2008 percorrono i sentieri della memoria usando come strumento una rivista poliedrica di storie, memorie, terra e tradizioni. All’incontro parteciperanno fotografi e giornalisti, studiosi dei fatti storici e appassionati della tradizione, studenti e professori, in sintesi tutti coloro che con articoli e servizi fotografici  hanno saputo mettere le ali ai piedi della rivista Langhe, permettendole di raggiungere già questo primo obiettivo dei dieci fascicoli pubblicati.   Protagonisti di cultura a Cossano venerdì 15 novembre saranno non solo Donato Bosca, Primo Culasso e Bruno Penna, ma anche i rabdomanti di collina, in attesa alla crosiera di molte strade e un ingorgo di memorie che nel numero 10 racconta di  balli e politica a Serravalle Langhe nel 1909 e di masche di Prunetto testimoniate da Carlo Negro, dell’Osteria dei Cacciatori di Roddino negli anni  infernali dell’Olocausto; saranno i ricordi di guerra di Alberto delle Rive, ottuagenario testa fine di Feisoglio, o l’impegno politico raccontato da Fabio Bailo dell’avvocato Roberto di Alba desideroso di convertire al socialismo i contadini che votavano facendosi il segno di croce. A fare notizia saranno anche gli eventi di cultura diffusa fotografati da Bruno Murialdo, Silvia Muratore, Daniele Dalbon, Luigi Chiarle, Julio Berisso.   Quella del Museo Enologico Toso sarà la giusta cornice di questo evento di memoria e di cultura popolare, perché questa raccolta di oggetti, attrezzi e immagini è già di per sé un luogo della memoria e della cultura dei contadini della Valle Belbo che da sempre hanno un legame forte con la vite di Moscato e degli imprenditori vinicoli come i Toso che, generazione dopo generazione, hanno creduto in questa produzione e l’hanno aiutata a raggiungere gli attuali risultati economici e di immagine. Tra tutti il ricordo va a Vincenzo Toso, l’ideatore e l’anima del Museo Enologico Toso, un uomo saggio e lungimirante che ha lasciato anche nei viticoltori un ricordo indelebile.