INFLUENZARiniti congiuntiviti, bronchiti asmatiche: sono le principali allergopatie da polline causate dall’Ambrosia artemisiifolia, una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Compositae e di origine nordamericana. L’Ambrosia è arrivata in Europa intorno al 1860 e in Italia le prime segnalazioni risalgono agli inizi del secolo scorso in Piemonte. La pianta è solitamente presente dal mese di maggio e fiorisce tra luglio ed agosto. Tra la metà di agosto e settembre si raggiunge la massima produzione di polline e, di conseguenza, proprio in questo periodo si registra la massima espressione di manifestazioni allergiche. L’allergia si sviluppa attraverso una fase di sensibilizzazione ed una fase di reazione. Sono almeno 22 gli allergeni noti che possono essere diffusi anche al di fuori del periodo di fioritura. Si stima in Italia i soggetti allergici ai pollini siano circa il 10-15% della popolazione. I pazienti sono in prevalenza polisensibilizzati e cioè sensibili a diverse specie contemporaneamente come le Gramineae, le Compositae e gli acari. I sintomi principali sono starnutazione, naso chiuso, lacrimazione, prurito alla gola e agli occhi, mancanza del respiro, dermatiti pruriginose: in presenza di questi disturbi è raccomandabile rivolgersi al proprio medico curante che potrà valutare l’opportunità di un approfondimento specialistico allergologico. Infatti, per identificare correttamente i pazienti affetti da patologie di questo tipo si ricorre alle prove allergologiche cutanee, test che valutano numerosi allergeni e permettono di conoscere con precisione le sostanze verso le quali esiste una sensibilizzazione allergica. Importante dunque contrastare la diffusione di questa pianta, ma per poter far questo è fondamentale saperla riconoscere. Il nome della specie “artemisiifolia” richiama l’aspetto delle foglie che sono molto simili a quelle di Artemisia vulgaris, un’altra composita estremamente diffusa in Piemonte ma molto meno pericolosa dal punto di vista allergenico. È importante, quindi, non confondere le due specie per non scatenare inutili allarmismi. Le foglie dell’Ambrosia sono pelose e frastagliate, con le pagine inferiore e superiore dello stesso colore. Le foglie dell’Artemisia, invece, hanno la pagina inferiore di colore grigio. L’altezza varia da 30 a 100 cm, ma può arrivare anche a 2 m. Tra le attività che possono essere attuate per prevenire la diffusione delle allergie si evidenziano: – monitoraggio presenza e densità delle piante; – disposizione di sfalci, anche mirati; – per gli allergici è importante evitare di frequentare le aree dove sono presenti le piante (ad esempio praticare attività fisica all’aperto nei mesi estivi); – attenzione alla possibile diffusione involontaria dei semi di Ambrosia artemisiifolia con altri semi, con granaglie per uccelli (ad esempio semi di girasole) e con il compost. Prima di ricorrere all’uso sistematico di prodotti diserbanti per la riduzione della diffusione di questa pianta, invece, si dovrebbe considerare la reale presenza e densità e tenere presente il fatto che non esistono diserbanti non pericolosi per l’ambiente o che danneggino solo la specie bersaglio, quindi si potrebbero danneggiare molte altre specie vegetali. L’utilizzo indiscriminato di prodotti fitosanitari, inoltre, favorisce l’insorgenza di piante resistenti ai diserbanti che possono diventare delle infestanti difficili da eliminare nelle colture agricole alimentari.