Dopo essere stata la prima a prevedere il rimborso dell’Imu ai soggetti deboli, la Città di Asti è anche la prima Città in Italia a realizzare, grazie ad un accordo con le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato, nonché dei proprietari di immobili e degli inquilini, un piano per abbassare i canoni di affitto di negozi e botteghe artigiane. Le associazioni hanno stipulato un accordo che definisce i valori dei “canoni calmierati”, in corrispondenza dei quali viene accordata un’agevolazione Imu e un fondo di garanzia. Ai proprietari di immobili che accetteranno di concedere in locazione negozi e botteghe artigiane rispettando i valori massimi delle “fasce di canoni calmierati” dell’accordo, l’aliquota Imu verrà ridotta da 1,06 a 0,76. Verrà inoltre erogato un contributo pari al 100% del costo di una fideiussione a garanzia di sei mesi di canone, per una durata di tre anni e fino a un tetto massimo di 500 euro. Gli stessi vantaggi verranno riconosciuti a chi abbasserà un canone di un contratto in corso del 20% oltre alla rinuncia all’incremento Istat. “Questo accordo -ha commentato entusiasta il Sindaco Brignolo- segna una pietra miliare, perché per la prima volta in Italia le associazioni sono riuscite a inventare un concetto di canone calmierato e siamo riusciti a usare la poca discrezionalità fiscale che abbiamo, per incentivare il lavoro e l’economia”. “Per la nostra amministrazione -ha precisato l’assessore al bilancio Santo Cannella- il piccolo commercio e l’artigianato sono importantissimi non solo per l’economia ma per il valore sociale delle vetrine accese in Città”. Soddisfazione è stata espressa anche dai rappresentanti di Ascom Bruno e Fenoglio e Confesercenti Ardissone e Visconti. L’accordo divide la città in dieci zone per ognuna delle quali viene indicato il valore di “canone calmierato”. “Questo è l’inizio di un percorso, perché è evidente che si tratta di una novità che dovrà esse affinata e migliorata negli anni. Seriamo anche -conclude il Sindaco- che possano aggiungersi altri soggetti che si aggiungano al Comune nel finanziare il fondo di garanzia”.