È atterrato nel pomeriggio di sabato 5 marzo nell’aeroporto di Torino Caselle il volo privato che ha portato in Piemonte 13 bambini malati di tumore e bisognosi di cure. In fuga dalla guerra in Ucraina con 5 fratellini e 14 familiari, sono stati ricoverati nell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove vengono riprese le terapie.

Dopo giorni di attesa con la difficoltà di far partire il gruppo dall’Ucraina, la Regione Piemonte ha deciso una missione umanitaria per andare a prendere i bambini direttamente al confine. Operazione organizzata in poche ore e resa possibile dalla generosità di tre importanti realtà imprenditoriali piemontesi: Fondazione Lavazza, che ha messo a disposizione l’aereo che ha portato i piccoli pazienti in Italia; Basic Air, compagnia aerea nata in Piemonte che ha trasportato da Torino all’aeroporto di Iasi in Romania l’equipe medica del Regina Margherita, partita venerdì per raggiungere le famiglie e i loro bambini; l’imprenditore piemontese Alessandro Barbero, da anni presente con la propria azienda in Romania, che ha messo a disposizione il pullman che ha portato medici e infermieri dall’aeroporto di Iasi fino al confine ucraino attraverso la Moldavia. Proprio al confine l’esercito ucraino ha affidato alle loro cure i piccoli pazienti, che con questo pullman hanno potuto raggiungere l’aeroporto di Iasi, dove ad attenderli c’era l’aereo partito intanto dall’Italia e pronto a portarli in Piemonte. A sostegno della missione pure Sagat Spa e Sagat Handling, che hanno consentito la gratuità di tutte le operazioni aeroportuali.

A bordo dell’aereo c’erano anche il presidente della Regione Alberto Cirio con l’assessore ai Bambini Chiara Caucino, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando e la dottoressa Franca Fagioli, direttore dell’Oncologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita. Ad attenderli all’arrivo a Caselle l’assessore regionale alla Protezione civile e all’Emergenza dei profughi ucraini Marco Gabusi e il console onorario dell’Ucraina a Torino Dario Arrigotti.

“Questo è un momento delicato, drammatico – ha detto Cirio all’arrivo con gli assessori Caucino e Gabusi – ma per noi è anche un momento di gioia e di speranza, perché ci permette di dare la solidarietà non solo a parole, ma nei fatti. Il Piemonte non sta a guardare, e oltre a condannare la guerra e l’aggressione che la Russia ha compiuto nei confronti dell’Ucraina pensa alle prime vittime, che sono le persone e in particolare gli anziani e i bambini, soprattutto quelli malati. Il nostro grazie di cuore va a questi straordinari imprenditori e a tutti coloro che grazie al sostegno della Fondazione Specchio dei Tempi stanno supportando le iniziative necessarie a portare soccorso. E naturalmente grazie ai nostri medici. Ci auguriamo non debba essere necessario e che questa guerra possa finire presto, ma finché ci sarà qualcuno che avrà bisogno di aiuto il Piemonte risponderà presente”.

Quando l’aereo è decollato per l’Italia, dopo ore di viaggio prima a piedi e poi in pullman, è partito l’applauso, breve ma liberatorio. Poi nella cabina è calato il silenzio: troppo grande il dolore per essere stati costretti a lasciare le proprie case, troppo forte la paura che a portare via i propri affetti, con la guerra lontana, sia la malattia. Per i tredici bambini, alcuni molto gravi, è stata la fine di un incubo. Il loro viaggio era cominciato due giorni fa quando hanno raggiunto Palanca, al confine fra Ucraina e Moldavia, scortati dall’esercito ucraino. Molti bambini sono privi di documenti di viaggio, scappati in fretta e furia con il solo certificato di nascita. Questo ha in alcuni momenti rallentato l’operazione di salvataggio, ma non è riuscito a fermarla. Costretti ad attraversare la frontiera a piedi all’alba, appena finito il coprifuoco, i medici e gli infermieri torinesi si sono trovati di fronte ad una scena straziante: “Non si reggevano in piedi ed erano impauriti. Alcuni avevano ancora la flebo al braccio e hanno dovuto essere sorretti dalle madri, cariche di borse e con i fratellini per mano”.

“Sono molto emozionata – ha detto appena atterrata Julia, giovane mamma ucraina – Ringrazio la generosità dell’Italia. Noi siamo di Odessa, dove è rimasto mio marito. La situazione nel nostro Paese è anormale, si vive nella paura, nascosti nei bunker”. La donna accompagna le figlie Kira e Tania, 7 e 10 anni, la più piccola malata di leucemia e due volte trapiantata di midollo a Verona. Le bimbe a bordo del volo hanno fatto un disegno a pastelli che rappresenta due bambini, uno con la bandiera dell’Ucraina e uno con quella dell’Italia, e lo hanno dato in regalo al presidente Cirio.

L’assessore Caucino ha distribuito ai piccoli un pacchetto regalo con dei pastelli e alcuni gadget messi a disposizione dalla Fondazione Lavazza: “Li vedo tutto sommato sereni, se si considera quello che stanno passando. Questa esperienza ci sta insegnando che cosa è davvero importante nella vita. E’ una lezione che dobbiamo imparare tutti”..

“Questi bambini – ha osservato Cirio – finalmente non dormiranno in un bunker ma in un letto con la loro mamma accanto. Sono famiglie che scappano dalla guerra con una borsa. Questo non deve più accadere. Non è possibile nel 2022 assistere a scene di questo tipo: loro non hanno nessuna colpa e non devono pagare le colpe di qualcuno che si sente potente”.

L

a Regione Piemonte aveva dato lunedì scorso all’Ambasciata ucraina in Italia la disponibilità ad accogliere nei propri ospedali i bambini bisognosi di cure. Immediatamente era stato attivato un contatto, che ha permesso di far giungere in Italia i 13 piccoli pazienti.

Come rilevato dalla dottoressa Fagioli, “ora dobbiamo rivalutare lo stato della malattia e l’eventuale tossicità provocata dai trattamenti precedenti su questi bambini e il più rapidamente possibile riprendere la chemioterapia, che è stata interrotta a causa della guerra e delle difficoltà che hanno preceduto l’inizio dell’invasione. Siamo fiduciosi, perché le probabilità di guarigione dei bambini oncologici sono oggi superiori all’80% e tutte le possibilità che abbiamo saranno messe in campo per arrivare a questo obiettivo. Sarà importantissimo inoltre, oltre ad aiutarli a guarire, supportare psicologicamente i bambini e i loro familiari duramente provati non solo dalla malattia ma anche dalla violenza della guerra”. Una squadra di psicologi è già al lavoro, coordinata dalla dottoressa Giulia Zucchetti e con il sostegno di Irina e Oniska, due mediatrici culturali. 

Nasconde a stento la stanchezza Sebastian Asaftei, il pediatra oncologo del Regina Margherita che per la sua origine romena è stato scelto tra i componenti dell’équipe sanitaria: “E’ stato un viaggio faticoso ed emozionante – confida mentre anche in volo continua a prestare assistenza ai pazienti più gravi – quando siamo arrivati abbiamo trovato 13 pazienti in difficoltà, qualcuno di loro aveva ancora la flebo al braccio, li abbiamo visitati e poi siamo partiti. I genitori ci hanno abbracciato e detto un grazie che vale molto più di tante parole perché ora sanno che i loro figli
possono riprendere le terapie che per la guerra sono state interrotte”.

Il console Arrigotti ha voluto evidenziare come “nell’immensità della tragedia che il popolo ucraino sta vivendo, il pensiero che il Piemonte sia riuscito in così poco tempo a fare una cosa così grande mi commuove. Spero che questi bambini con le loro famiglie possano trovare qui una casa e le migliori cure, e sono certo che sarà così. Spero anche che il Piemonte possa continuare a dare sostegno ai profughi, ai malati e anche ai feriti che potremo aiutare dando loro soccorso negli ospedali”.