Sono ancora in corso le ricerche dell’arma con cui è stata uccisa Maria Luisa Fassi, la tabaccaia 54enne di corso Volta, ad Asti, assassinata nella sua rivendita la mattina del 4 luglio. Ieri l’omicidia ha confessato di fronte ai carabinieri. Pasqualino Folletto, 46 anni, magazziniere incensurato, marito e padre, ha vuotato il sacco, raccontando di essere l’omicida di Migia. Una rapina finita nel sangue dal bottino di 800 euro. Soldi. Folletto, difeso dagli avvocati Romagnoli e Merlino, ha agito per denaro, vessato da una grave situazione economica, da debiti, un lunario, quello della sua famiglia, sempre più difficile da sbarcare. Così avrebbe scelto la strada più “facile” per risolvere il suo problema, rapinare la tabaccheria dove ogni tanto andava a comprare le sigarette e dove giocava qualche gratta e vinci. Un’azione quantomeno ben organizzata: si è portato da casa un coltello da cucina (che effettivamente manca dal set), ha parcheggiato la sua auto, una Megane grigia, nell’opposto senso di marcia , di modo che il lato del guidatore si trovasse esattamente di fronte alla porta della tabaccheria. Probabilmente era sicuro di farcela, tanto che ha agito a volto scoperto. Non si aspettava, forse, che Maria Luisa gli resistesse, che urlasse che lo respingesse forse dopo averlo riconosciuto. Così è scattata la molla omicidia. “Non so perché l’ho uccisa, non volevo” ha confessato ieri pomeriggio nella caserma Scapaccino di Asti. Al rifiuto le si è avventato contro sferrando 40-45 coltellate in una manciata di istanti. Il delitto si è consumato dalle 7.30 alle 7.42. Alle 7.44 Maria Luisa è stata trovata agonizzante a terra. Folletto era già lontano. L’ombra della sua auto però è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza della pizzeria accanto alla tabaccheria. Un indizio piuttosto vago ma che è servito ai carabinieiri per risalire fino al colpevole. Da quella piccola traccia gli inquirenti sono riusciti a individuare il modello dell’auto, risalendo poi al suo proprietario. La Megane, sottoposta a fermo amministrativo perché non erano state pagate alcune tasse di cirolazione, è stata bloccata per un controllo. Risultava pulita dentro e fuori e i tappetini erano spariti. I carabinieri, coordinati dal procuratore Luciano Tarditi, non si sono dati per vinti e hanno convocato in caserma Folletto come persona informata sui fatti. Succedeva nella mattina di ieri, venerdì 24 luglio. Alle 16.30 di fronte alle domande degli inquirenti, dopo aver negato più volte la sua presenza nella zona della tabaccheria e dopo essere stato smentito dalle prove, dai video e dagli indizi, Folletto si è messo le mani nei capelli ed è crollato. “Sono stato io a uccidere Maria Luisa”. Poi le ammissioni: si è disfatto dell’arma gettandola da un cavalcavia nella zona di Pontesuero, dove i carabinieri la stanno ancora cercando, ha bruciato vestiti e scarpe ed è tornato a lavoro. Nella serata l’uomo, magazziniere della ditta di trasporti Pregno, sposato e padre di tre bambini, due gemellini di 7 anni e di una femminuccia di 11, affetta da una rara malattia genetica, è stato trasferito in carcere. St.P. Foto di Roberto Signorini