tartufoCome ogni anno il terzo weekend di novembre, la città di Asti ha ospitato la Fiera Regionale del Tartufo, un evento che almeno sulla carta aveva tutte le caratteristiche per riconfermarsi veicolo di promozione delle eccellenze enogastronomiche locali ma invece è riuscito solo in parte a confermare le attese. Confagricoltura, Anga e Agriturist Asti, grazie alla partecipazione di aziende provenienti dalla nostra provincia e quelle di Alessandria e Vercelli, hanno allestito l’apprezzato Villaggio Verde in piazza San Secondo per omaggiare l’arrivo del “cibo dei re” ma la manifestazione, nel suo complesso, non ha saputo coinvolgere appieno la cittadinanza anche a causa di un’insufficiente campagna pubblicitaria. Il rammarico accompagna le parole del direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta: “La Fiera Regionale del Tartufo ad Asti  è da accantonare o riformare. Confagricoltura valuta la seconda ipotesi con l’obiettivo di elevarla a motivo di lustro come quella di Alba. E’ infatti inammissibile che solo una stretta minoranza fosse a conoscenza di un evento con respiro nazionale, era necessaria un’adeguata campagna promozionale. Il nostro obiettivo era convogliare la soddisfazione dei produttori e stimolare l’interesse verso prodotti di qualità, un target centrato con circa 500 coperti e un afflusso complessivo non inferiore alle 5000 presenze. La Fiera è appena conclusa ma è già tempo di progettare l’edizione 2016: per questo chiederemo presto un incontro all’Amministrazione comunale per rivedere, insieme, il progetto”. Il Villaggio di Confagricoltura ha fatto perno sulla ristorazione di qualità e la valorizzazione dei prodotti nostrani. Le attenzione degli astigiani – e non solo – tramite il classico “passaparola”, hanno sopperito alle lacune organizzative e celebrato il doveroso tributo a tartufo, carne e vino rigorosamente “Made in Asti”. In particolare per la carne degli allevamenti piemontesi, oggetto di strumentalizzazioni mediatiche dopo la pubblicazione della monografia dell’Airc-Oms, Confagricoltura Asti ha colto l’occasione per proseguire la sua campagna verità lanciando in piazza l’hashtag #iostoconAllevatoinPiemonte.