Di fronte a un folto pubblico in Sala Pastrone “la Signora dele ninfee”, la mummia femminile  che Leonetto  Ottolenghi  acquistò col sarcofago e altri oggetti per dotare di una sezione egizia il futuro e attuale Museo Archeologico della Città ha riunito gli esperti che nei mesi recenti l’anno presa a cuore riportandola, forse, all’antico splendore.
Lo scopo era metterla in condizione di essere ammirata a Jesolo, nel significativo allestimento “Egitto, Dei, Faraoni, Uomini” ospitato nello Spazio Aquileia dal 26 dicembre al 15 settembre 2018. Ammirata perché il sarcofago che la contiene ha caratteristiche analoghe ad altri soli quattro nel mondo: conservati al Museo del Cairo, al Detroit Instituteof Art, al Regio Museo di Leida e al Museo nazionale di Firenze.
Proprio quest’ultimo denota più di una somiglianza con il sarcofago astigiano, entrambi saranno a Jesolo, il che farebbe pensare ad una comune officina laboratoriale, lontana da noi secoli e secoli, come ha ampiamente illustrato l’egittologa Donatella Avanzo soffermandosi sul copricapo che riproduce una ghirlanda di fiori, verosimilmente fiori di loto sul capo e ninfee bianche ai lati,  da cui il nome Signora delle ninfee.
La mummia risale alla XXI dinastia (circa 900 a.C.) e risentiva di condizioni precarie cui ha messo mano sapiente il restauro del prof. G.Luigi Nicola che ha provveduto a riavvolgere il corpo imbalsamato con un bendaggio moderno ma seguendo filologicamente il metodo originario.
Anche l’indagine conservativa sul sarcofago ha permesso la suggestiva scoperta di una più antica dipintura con tracce del preziosissimo pigmento conosciuto come blu egiziano.
A descrivere la struttura fisica della donna è stato il dr. Federico Cesarani, direttore di Radiodiagnostica dell’Ospedale Massaia, non nuovo a indagini di questo tipo: “Alta più o meno 150 cm, tra i 30-40 anni presenta arti e vertebre integre ma con molti danni post mortem legati al processo di imbalsamazione”. Con lui anche il Direttore generale dell’Asl Ida Grossi che ha richiamato l’adesione e l’importanza di contribuire a  un lavoro collettivo di ricostruzione scientifica e storica condotto con grande entusiasmo.
L’incontro con il volto, i lineamenti, i capelli, è semplicemente rimandato di qualche settimana, tempistica comprensibile per la sua restituzione, che sarà presentata a Jesolo, secondo la metodologia in uso alla polizia scientifica, come hanno spiegato la Dirigente della Polizia di Stato Marinella  La Porta e il Sovrintendente Valter Capussotto, uno dei principali esperti italiani di ricostruzioni dei volti, a beneficio delle indagini di polizia forense.
Più di una soddisfazione è stata espressa nel corso dell’incontro che ha evidenziato il valore dei reperti e la crescita di interesse culturale e di fruizione turistica che la Città e il suo Sistema museale, curato dalla Conservatrice delle collezioni civiche archeologiche della Città di Asti Maria Cristina Marchegiani,  non possono mancare di soddisfare.
“Qui si è proceduto a un approccio a un reperto importante che appartiene a una collezione storica, ha affermato la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Egle Micheletto,  di cui la vostra città deve andare fiera e che va effettivamente valorizzata per ripartire  con la realizzazione di contesti visitabili e di un Museo civico che insieme a Palazzo Mazzetti possa ricostruire la vicenda archeologica della città”.
Alla mummia di Asti insieme a sedici oggetti della collezione civica, ha spiegato Enrico Longo, organizzatore dell’evento di Jesolo, sarà dedicata una intera sala  della mostra che ospiterà reperti provenienti da musei e collezioni pubbliche e private.
“Una partecipazione quindi significativamente importante, ha ricordato l’Assessore Gianfranco Imerito, per la risonanza, si stimano 250.000 visitatori, che verrà data alla nostra città e al suo patrimonio storico culturale di cui, voglio anticipare, la nostra piccola ma stimata sezione egizia permetterà  di far crescere una promettente collaborazione con il Museo Egizio di Torino”.
La Signora delle ninfee tornerà ad Asti nel settembre prossimo e costituirà il fiore all’occhiello del Museo Lapidario che sarà ampliato”, ha annunciato il Sindaco Maurizio Rasero, “per rendere questo territorio appetibile a quel turismo culturale cui  intendiamo prestare tutta l’attenzione che merita”.