mimosaFra le vicende tragiche che hanno segnato la storia della città perdura il ricordo delle nove operaie decedute nell’incendio sviluppatosi nel loro luogo di lavoro. Era il 22 agosto del 1944 e la fabbrica era la Stilar di via Orfanotrofio che produceva penne stilografiche. Un ferro, rovente per essere modellato, sfuggì di mano a un operaio e scottandolo finì in una cassa di residui di celluloide che diede innesco alle fiamme facilmente propagate ai materiali sui banchi del laboratorio. Tutto si sviluppò rapidamente, vicino alla porta principale, impedendo alle operaie di uscire. Fumo, panico, terrore. Nove le vittime, in un crescendo di giovane età: Piera Gallo 14 anni, Olga Bona 15, Maria Della Piana 16, Ester Romele 17, Ada Gamba 18, Rosina Mossino 19, Giuseppina Giai Minietti in Tartaglino 20, Alda Longo 20, Rosa Ercole 23. Una, Alda Bussetti si precipitò in strada salvandosi. Ora la tomba, che  accoglie sei di loro, sta nel vecchio scomparto, campo centrale del Cimitero urbano. Un episodio che letto col senno di poi rivela tutta la sua drammatica attualità delle condizioni di vita e di lavoro, era in corso la guerra, che portava le persone, in particolare le donne, a diventare con urgenza, adulte prima del tempo. E un episodio che, probabilmente confinato alle cronache locali di una città allora profondamente scossa, oggi avrebbe avuto un imponente risalto mediatico. Altre donne, del Coordinamento della Cgil locale, hanno voluto ricordare. “Ci è sembrato opportuno realizzare un segno tangibile per ricordare a chi passi accanto al luogo di sepoltura queste sfortunate concittadine”. E altri giovani, la classe 5a del Liceo Artistico B. Alfieri, con la collaborazione di Dirigente e docenti, in particolare la prof. Zambruno, nel corso del 2013 si sono cimentati in un concorso di idee, per sviluppare i bozzetti dei manufatti, tra cui scegliere quello più rispondente allo scopo di esprimere monito, testimonianza, ricordo. L’idea più convincente, della studentessa Greta Beltracchini, si è ora tradotta, grazie alla munifica sensibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, in un’opera simbolica, che si inserisce con discrezione ma ben visibile, a fissare “con la forza dei materiali, che si lavora per vivere non per morire: un masso a terra e nove lastre di ferro, poste vicine”, come “quell’abbraccio finale nell’estremo tentativo di fuga” nitidamente appuntato dal cronista dell’epoca, Giuseppe Crosa (Gazzetta d’Asti, 1° settembre ’44). Il percorso è stato coordinato dal Comune di Asti, Assessorato all’Istruzione, con la fattiva collaborazione del Settore Cultura, Istituti Culturali, Manifestazione e Sport – Servizio Cimiteri. Domenica 8 marzo al Cimitero urbano della Città alle ore 16.30 l’inaugurazione, presenti il Sindaco e le Autorità. Un ricordo indelebile, come l’inchiostro di quelle penne stilografiche che lascia tracce e  non si cancella. “Cogliamo l’importanza della trasmissione della memoria a studenti e famiglie, ai cittadini, che incontreranno lungo le visite ai loro cari il simbolo perenne di un evento tragico, a ricordo di ciò che non dovrà mai più accadere” (Marta Parodi)