exmutuaoccupataNiente di fatto per la vendita degli immobili Asl. Anche la seconda asta il cui bando scadeva alle 15 di giovedì 24 luglio, è andata deserta. Nessuno quindi si è dimostrato interessato all’acquisto in blocco del vecchio ospedale di via Botallo, della maternità e dell’ex mutua di via Orfanotrofio. Un affare da 23 milioni 640 mila euro che però è sfumato nonostante il prezzo sia considerevolmente sceso rispetto al primo bando. La proprietà considerando il costo iniziale dei tre immobili valutati oltre 31 milioni di euro una cifra troppo alta per l’attuale  mercato aveva chiesto una nuova perizia. Un tecnico torinese ha quindi fatto una nuova valutazione “al ribasso” rispetto a quella datata 2010 stimando che il vecchio ospedale (107.000 mq) valesse 16.608.510 euro, la maternità (28.800 mq) 4.968.000 euro e l’ex mutua attualmente occupata (8600 mq) 2.064.000 euro. Il grosso risparmio, con la nuova pratica, si è concentrato principalmente sul vecchio ospedale, valutato precedentemente 22 milioni di euro, mentre il costo degli altri due edifici è rimanere all’incirca invariato se si pensa che la prima perizia valutava 6 milioni di euro la vecchia pediatria e 3 milioni la palazzina di via Orfanotrofio. Immutata la formula di vendita in blocco, come è stato imposto dalla Regione che aveva finanziato l’Asl At con19 milioni di euro per la costruzione del nuovo ospedale Cardinal Massaia. Somma che in caso di vendita andrà restituita alla Regione. Nonostante le molteplici le destinazioni d’uso previste dalla variante comunale, dal commerciale, all’abitativo, al turistico e all’artigianale, la vendita ha fatto registrare due buchi nell’acqua. Le aste sono andate deserte, nessuno si è neppure presentato fisicamente per fare un sopralluogo negli immobili e adesso è tempo di valutazioni. “Ci confronteremo con la Regione e con il nuovo assessore Antonino Saitta – ha spiegato Massimo Corona, direttore amministrativo dell’Asl At -. Apriremo un confronto per capire che strada intraprendere in futuro”. Al vaglio anche l’ipotesi del tanto discusso “spezzatino”. “La vendita scorporata e non più in blocco dei tre edifici sarà una delle ipotesi che potremmo avanzare alla Regione – continua Corona – anche se ora è presto per fare ogni qualsivoglia valutazione”. “Non è escluso che la Regione – commenta Valter Galante, direttore generale dell’Asl At – inserisca i tre edifici nel fondo immobiliare piemontese, eventualità che assieme al sindaco di Asti Fabrizio Brignolo eravamo riusciti a scongiurare”. Adesso però sembra tutto da rifare.