Il 2025 è un anno singolare poiché domani, sabato 8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna coincide con il cosiddetto “sabato grasso”, vale a dire l’ultimo giorno del carnevale ambrosiano. 

Oltre al calendario romano, seguito in gran parte d’Italia e per cui l’ultimo giorno in cui era lecito “insanire” era martedì 4, a Milano e in alcune zone della Lombardia vige il calendario ambrosiano per cui i festeggiamenti proseguono sino a sabato 8.

Questa tradizione affonda le radici nella leggenda di Sant’Ambrogio, patrono di Milano, che si trovava in pellegrinaggio a Roma durante l’inizio della Quaresima. 

Il Santo chiese quindi ai fedeli di attendere il suo ritorno per iniziare la Quaresima prolungando così i festeggiamenti rispetto al rito romano.

Probabilmente anche gli astigiani, alcuni sicuramente a loro insaputa ma felici di poter allungare le feste mascherate, strizzano l’occhio a Sant’Ambrogio e domenica 9 parteciperanno al mega-carnevale cittadino che, a nostro avviso, rischia di mettere un pochino in ombra l’ormai tradizionale weekend dedicato al “pianeta rosa”. 

Nonostante si noti una certa flessione rispetto alla ripresa della festa “post pandemia”, restano comunque numerose le iniziative dedicate al gentil sesso che si svolgeranno, in città e in alcuni comuni della provincia, a partire dalla mattinata odierna sino a domenica. Si spazia da convegni incentrati sul mondo femminile e sulle sue problematiche a interessanti mostre artistiche, da avvincenti camminate di solidarietà a serate in discoteca, senza dimenticare le donne che hanno lottato per l’emancipazione: questo è l’eclettico “menù” del weekend più rosa dell’anno.

La scelta di dedicare l’8 marzo alle donne ha origini controverse ma la tesi più accreditata identifica tale data con l’8 marzo 1908 quando 129 operaie morirono a New York nell’incendio di uno stabilimento tessile mentre stavano scioperando per chiedere condizioni di vita più umane. Un’altra tesi ne ricollega l’origine all’8 marzo 1917 quando in Russia molte operaie manifestarono contro la guerra e la conseguente mancanza di cibo per le proprie famiglie. In Italia la festa ha un’origine più recente che può essere datata con l’8 marzo del 1945, quando un gruppo di donne appartenenti all’Udi (Unione donne italiane) si riunì a Roma per approvare un ordine del giorno mirato a: “…difendere il pane ai nostri figli, alle nostre famiglie e per difenderci dal freddo e dalla miseria…”. 

Del resto, la festa vera e propria fu organizzata solo l’anno successivo, dopo che a Londra si erano riunite le rappresentanti di 20 nazioni per redigere la “Carta della donna” nella quale si chiedeva, fra l’altro: “…il diritto al lavoro in tutte le industrie, la parità salariale, la possibilità di accedere a posti direttivi e di partecipare alla vita politica nazionale e internazionale”. 

Proprio in occasione dell’8 marzo 1946 si inventò la mimosa come fiore-simbolo della “Festa della Donna” poiché quei fiori gialli, profumatissimi, avevano il vantaggio di fiorire nel periodo giusto e soprattutto di costare pochissimo! La scelta della mimosa non ha quindi un significato ideologico ma fu una scelta semplice e casuale che si rivelò un’idea di grande successo visto che ancora oggi resta l’omaggio tipico dell’8 marzo. Il 1946, storicamente, è un anno di fondamentale importanza per le donne italiane perché il 2 giugno, per la prima volta, poterono partecipare in maniera attiva al governo del Paese, contribuendo con il loro voto alla nascita della Repubblica.

Nel corso degli anni le donne hanno duramente lottato per ottenere una serie di diritti essenziali, relativi alle sfere professionale e familiare, e una maggiore tutela giuridica finalizzata alla prevenzione di violenze sessuali e omicidi passionali, di cui sono vittime essenzialmente le donne. 

L’8 marzo resta un fondamentale momento di riflessione ma anche il rametto di mimosa, la piantina di gardenia a favore dell’Aism, e gli eventi festaioli non sono da snobbare perché contribuiscono a tener viva l’attenzione sull’universo femminile. Buon 8 marzo a tutte le nostre lettrici, anche a quelle che festeggeranno “in maschera”! 

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Laura Novara