Il premio Agrestino d’oro è un riconoscimento istituito dalla Confederazione italiana agricoltori nel 1987 ed assegnato ogni anno, salvo rare interruzioni a persone ed enti che, pur nel proprio specifico campo di attività non necessariamente facente parte della sfera agricola, si sono particolarmente impegnati a favore della sua salvaguardia e conseguente promozione dei suoi valori sia materiali – commerciali che di tradizione. Le varie cerimonie di consegna, mai in una sede fissa, hanno avuto luogo sul territorio; ciò per significare il profondo, diffuso e capillare legame dell’Associazione di categoria con esso e soprattutto con chi in esso vi opera e si impegna a trarre quanto di meglio sia possibile nel rispetto delle peculiarità che lo caratterizzano la cui varietà è la vera grande ricchezza dell’agricoltura.
In merito il presidente provinciale Marco Capra ha invitato a riflettere come non ci possa essere futuro senza l’agricoltura e pertanto questa attività primaria debba essere sostenuta a cominciare dalla difesa del reddito di chi la pratica garantendogli un tenore di vita dignitoso. “Per questa ragione, – ha detto – saremo sempre più determinati, e l’assegnazione dell’Agrestino 2023 in linea con quelli dei precedenti anni lo dimostra, a saldare le alleanze con il mondo della ricerca che opera nel rispetto della natura e con tutte quelle agenzie formative che aiutano le imprese ad acquisire e implementare le competenze necessarie per stare al passo con i tempi e vincere le nuove sfide ambientali, sociali ed economiche”.
Più nello specifico è entrato il direttore Marco Pippione che ha ricordato l’impegno in linea con le indicazione del Ministero del lavoro volte alla formazione di lavoratori, anche stranieri, da impiegarsi in agricoltura. “In Asti poi, – ha soggiunto – continuerà la collaborazione con l’istituto agrario Penna e l’università di Torino, con il Crea ed il Cnr ed anche con tutti gli enti, le associazioni ed i consorzi che operano per lo sviluppo del settore agricolo, agroalimentare e turistico del territorio”.
Ricollegandosi alla già citata necessità di fare interagire ambiente e fattore umano con la ricerca affinché tradizione ed innovazione siano complementari, Gabriele Carennini presidente di Cia Piemonte ha ribadito: “La ricerca scientifica in agricoltura è importante tanto quanto il gasolio per le macchine in essa impiegate pertanto Cia Piemonte è pronta ad ogni forma di collaborazione”.
Poi la cerimonia avvenuta alla presenza del sindaco Maurizio Rasero nella sala Platone del comune di Asti. Il premio è stato assegnato all’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr in relazione all’impegno svolto nelle ricerche relative alle conseguenze del cambiamento climatico in atto che rendono ancora più strategica la necessità di innovazione ed adeguamento alle mutate condizioni ambinetali. A ritirare il premio c’era il direttore dell’Ipsp Mauro Centritto e Giorgio Gambino coordinatore del Gruppo di ricerca sul miglioramento genetico con i collaboratori Chiara Pagliarani, Irene Perrone in rappresentanza anche dei colleghi Paolo Boccacci, Andrea Delliri e Amedeo Moine; inseme hanno messo a punto una tecnica innovativa di ingegneria genetica al fine di produrre nuovi cloni di Nebbiolo potenzialmente resilienti a diverse patologie mantenendo inalterate tutte le caratteristiche qualitative e agronomiche della pianta originale.
Accanto a queste tecniche innovative, è stato detto, prosegue la sperimentazione su diverse cultivar piemontesi, tra cui Barbera e Brachetto, le cui varianti clonali si evolvono in modo naturale migliorando la resilienza agli stress ambientali. È recente la notizia del via libera al progetto “Shield4grape” finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del progetto “Biodiversity friendly practices in agriculture – breeding for Integrated pest management” che coinvolge 18 istituzioni ed imprese delle principali regioni vinicole del Vecchio continente riconoscendo loro un finanziamento di 5 milioni di euro.
Domenico Bussi