Chi, nei prossimi anni, assaggerà uno dei vini Bava della vendemmia 2021, troverà nel calice una Barbera, un Nizza o un Barolo che racchiude ed esprime oltre un secolo di esperienza enoica. Perché quasi mai un vino è il frutto di una sola vendemmia, ma racconta tutta la storia di chi quel vino lo ha pensato, lo ha prodotto, lo ha portato in tavola.

110: tante sono le vendemmie della famiglia Bava da quando Giuseppe Bava inaugurò a Cocconato l’albergo con ristorante, sala da ballo e cantina. L’edificio sorgeva proprio accanto alla linea ferroviaria Asti – Chivasso che stava nascendo tra le colline dell’Astigiano, a pochi passi dalla stazione: di lì a poco, la ferrovia avrebbe permesso trasporti e commerci più agevoli sulla direttrice di Torino, favorendo scambi e incontri.
Era il 1911.

Quest’anno Bava taglia un nuovo traguardo come impresa storica. A capo della cantina è il nipote del fondatore, Piero Bava, 90 anni a settembre. Riconosciuto nel 2016 come uno dei “Patriarchi della Barbera”, Piero festeggia il suo compleanno insieme alla cantina: ha messo piede nell’edificio quando aveva soltanto pochi mesi e ancora oggi porta avanti la tradizione della famiglia con i suoi figli Roberto, Giulio e Paolo e i nipoti, Francesca e Giorgio. Tre diverse generazioni al lavoro fianco a fianco per offrire, su oltre 50 mercati nel mondo, vini che parlano di Piemonte, di autenticità, sostenibilità, rispetto per il territorio, radicati valori familiari e di ospitalità, di passione, di gusto.

In 110 anni si fa la storia: si disegna e si definisce uno stile – in vigna, in cantina -, si fa il giro del mondo molte volte tra incontri, degustazioni, brindisi in tutte le lingue.
Sono decine e decine i menu ideati da Roberto Bava per i suoi leggendari wine dinner che hanno toccato tutti e cinque i continenti. Oggi, appesi alle pareti della cantina, rappresentano il segno tangibile della creatività e della storia di Bava.
I vigneti di proprietà della famiglia si sono estesi negli anni dal Monferrato fino alla Langa da Barolo (oggi 50 ettari, alternati a 20 ettari di boschi, noccioleti e prato per preservare la biodiversità). Le tecniche si sono via via rinnovate, le idee non sono mai mancate. La produzione si è ampliata negli anni: le etichette Bava sono adesso 14, e rappresentano uno spaccato enologico importante di quest’angolo del Piemonte.

Il primo amore resta la Barbera, a partire dall’espressione del vino più identitario, che è lo Stradivario, una preziosa Barbera d’Asti Superiore dai lunghi tempi di affinamento.
Dai vigneti di Agliano nascono Libera, una Barbera d’Asti solo acciaio, e il Nizza Docg Pianoalto. Viva in bottiglia, Barbera del Monferrato frizzante, è un vino di tradizione monferrina che unisce l’eleganza dello stile di produzione dei vini rifermentati in bottiglia con l’autentica tradizione del Piemonte.
Nella scenografica Vigna della Pieve a Cocconato, oltre a Stradivario, si producono le uve per Thou Bianc, sorprendente Chardonnay piemontese, il Sauvignon Relais Bianc e l’Albarossa.
Dalla cascina di Castiglione Falletto nelle Langhe, in provincia di Cuneo, nel cuore del cru Scarrone, nascono il Barolo Docg Bava e il Langhe Nebbiolo.
Da sempre nella tradizione Bava, gli aromatici del Piemonte: in particolare la Malvasia, (Rosetta e Malvasia Rosé), il Moscato d’Asti e il Ruché di Castagnole Monferrato.

EVENTI – Un percorso di visita guidata dedicato alla storia dell’azienda nelle cantine Bava sarà inaugurato nelle prossime settimane. Intanto, sui canali social istituzionali dell’azienda, il viaggio nella storia Bava è iniziato già da qualche mese tra foto d’epoca, ricordi e racconti con l’hashtag #bava110.