Un anno come questo e chi se lo scorderà più,  ha sconvolto il nostro modo di vivere, le nostre abitudini ed i nostri punti di riferimento. Uno dei punti di riferimento dell’Astigiano, parte integrante del tessuto economico e sociale, è il mondo del vino, che è stato toccato duramente da questa tragedia.  Abbiamo l’occasione di parlarne con Francesco Iacono, direttore generale dell’Onav, chi meglio di lui che questo mondo lo vive quotidianamente e costantemente, ha il polso della situazione e ci può fare un quadro completo della situazione attuale. 

Che cosa ha cambiato il covid nel mondo del vino?

Come tutta la nostra vita anche quella relativa al mondo del vino è cambiata molto. Da come condividiamo un calice con gli amici a come lo acquistiamo. Il vino è sempre stata condivisione e aggregazione, modo per stare assieme in allegria: chiaro che, se escludiamo la parentesi estiva che ci ha visto quasi senza memoria, tutto questo è venuto a mancare. Abbiamo condiviso il vino ed il suo piacere attraverso i social, attraversi i nostri post e filmati che ci siamo scambiati. Molti hanno organizzato addirittura aperitivi virtuali assieme: modi per demonizzare un periodo difficile, per farci sentire ancora partecipi.

Di conseguenza quali ripercussioni ci sono state sull’Onav? 

Evidente che i danni economici si sono ripercossi sulla partecipazione alla nostra Associazione. Banalmente,riduzione di associati, drastico contenimento delle entrate anche a causa del blocco di tutte le attività formative (corsi ed eventi). Abbiamo cercato di continuare a dare ai nostri soci spunti e stimoli per la formazione: webinar di alto livello scientifico coinvolgendo il mondo della ricerca e dell’università, la stampa della nostra rivista anche se solo in digitale, le degustazioni per la nostra GuidaProsit. Abbiamo anche cercato di creare dei giochi/contest sui social per dare spazio di visibilità a tutti i nostri soci. Si è prospettata la possibilità di una nuova Onav, con scenari differenziati e dinamici, più elastica alle diverse esigenze che i nostri soci hanno mostrato avere. Quelli tradizionali che mancando la fisicità degli eventi si sono sentiti un po’ persi, quelli più millennial che hanno percepito che da questo periodo si sarebbe potuti uscire con nuove idee, magari fino ad ieri impensate

Su cosa deve puntare il mondo del vino per un rilancio?

Banale dire sulla qualità. Oggi si dovrebbe dire eccellenza ma non solo produttiva e qualitativa del vino in se stesso ma della capacità di fare comunicazione, di intercettare consumatori sempre più esigenti e magari annoiati della banalità Chi oggi spende per il vino cerca più di prima: essendo per molti anche un sacrificio economico questo deve veramente soddisfare le aspettative. Nicchie di mercato, nuove frontiere, sostenibilità, naturalità, alternative, ma vere, trasparenti e sincere.

Ci faccia un bilancio della Douja.

Innanzitutto ne approfitto per fare un chiarimento perché è evidente esista un“peccato originale”di informazione. Esiste il concorso nazionale della Douja d’Or ed esiste il Settembre Astigiano durante il quale i vini, vincitori del concorso e quelli in generale del territorio provinciale promossi dai relativi concorsi di tutela, si fanno conoscere al pubblico e ai turisti. Si tratta di due manifestazioni completamente differenti legate esclusivamente dal filo conduttore del vino. Quindi quando si parla di Douja dovremmo specificare se si tratta del concorso o della manifestazione settembrina. Tornando alla domanda: il concorso della Douja D’Or, che sottolineo essere il più antico e storico concorso nazionale di vini di qualità della nostra nazione, non è si potuto svolgere perché ciò avrebbe comportato la degustazione di un migliaio di vini da parte di più di 50 assaggiatori esperti provenienti da tutta Italia. Sarebbe stato molto complicato e rischioso. Quindi la Cciaa di Asti, che organizza il Concorso, ha deciso di soprassedere rimandando al 2021. Ma questa sospensione è stata l’occasione per lanciare, durante il settembre astigiano, che si è svolto in forma ridotta ma sinergica sul territorio, una riflessione sul futuro dei concorsi enologici e della Douja d’Or in particolare. Al Teatro Alfieri, l’11settembre, organizzato dalla Cciaadi Asti e coordinato dall’Onav si è tenuta una importante e strategica tavola rotonda sul tema. Presenti alcuni giornalisti rappresentanti delle maggiori testate nazionali sul vino ma non solo – Corriere della Sera, Civiltà del bere, Decanter, Spirito di Vino, Golosario, Guida Veronelli, per citarne alcune, la tavola rotonda ha raccolto gli spunti, le riflessioni e le idee per dare dal 2021 nuova linfa e veste al Concorso Enologico. Tutti i giornalisti si sono espressi favorevoli a supportare una iniziativa che vede il voi ed i suoi produttori protagonisti assoluti di un territorio, quello astigiano, particolarmente vocato all’eccellenza.

Progetti futuri e novità nell’Onav?

Attività sempre più professionalmente qualitative. L’eccellenza è il nostro biglietto da visita. Dare sempre maggiori spunti di curiosità ai nostri soci introducendo il vino come elemento fondamentale ma non unico della enogastronomia nazionale. Il vino come veicolo di cultura in grado di coinvolgere un mondo artigianale di grande storicità ed importanza economica e tradizionale. Attività “frontali” come si usa dire oggi ma anche Dad per far vivere le nostre esperienze anche a soci distanti e amatori che non possono sempre fare chilometri per raggiungere una delle sedi Onav. Si prospetta per Onav un periodo di “ringiovanimento” delle idee e delle proposte in visione della sostenibilità, della vicinanza alle disparate esigenze del wine lover. 

Quali sono le priorità?

Banalmente far ripartire le attività Onav. Riavvicinare i soci che per motivi contingenti si sono allontanati dall’associazione riproponendo temi, attività, idee, lezioni, progetti, eventi che possano riattivare curiosità e partecipazione. Onav ha bisogno dei suoi soci per vivere ma i nostri soci e gli appassionati di vino sappiamo che hanno bisogno di Onav per coltivare con attenzione, professionalità ed eticità l’entusiasmante mondo del vino.

Massimo Allario