ELISABETTA RAVIOLA - GAZZETTA D'ASTIOggi sabato 16 novembre, alle 17,30, al Centro Culturale San Secondo ad Asti, presentazione del romanzo “E più in alto ancora” della scrittrice Elisabetta Raviola, avvocato del Foro astigiano, e inaugurazione della mostra “Paesaggi dell’assoluto”, personale di Piergiorgio Panelli, artista e critico d’arte di Casale Monferrato, che dal 1981 espone in mostre nazionali e internazionali e ha collaborato con noti artisti quali Bruno Munari, Mario Surbone, Enrico Colombotto Rosso. Dopo il romanzo d’esordio “Come l’acqua di fiume” e alcune favole, tra cui “L’arcobaleno”  Elisabetta Raviola nel suo nuovo libro affronta il tema del paesaggio come luogo della mente e del cuore, del presente e del ricordo: la protagonista fa ritorno alla villa in collina nella quale aveva trascorso le estati felici dell’infanzia e, attraverso un percorso di crescita interiore tra i ricordi e le emozioni, ritrova il senso della vita e la forza di scoprire un segreto, che da sempre le era stato taciuto, grazie al ritrovamento casuale di un misterioso diario di una sconosciuta donna coraggiosa vissuta nel secondo dopo guerra. In copertina e nel titolo il riferimento è a un oggetto preciso, denso di simboli: l’altalena. Come mai questa scelta così forte? “L’altalena costituisce un punto di vista privilegiato e da lì, come voce narrante, ho seguito i personaggi: la protagonista Viola, quando era bambina, dall’alto dell’altalena riusciva ad osservare la realtà da differenti prospettive e a comprendere il senso delle cose, una volta cresciuta e scesa dall’altalena non è più stata capace di trovare il senso della vita e di essere felice.  Da un gesto e da una frase di estrema complicità e fiducia tra Viola e il padre – “Papà spingimi in altissimo. E più in alto ancora (risponde il padre)” – è nato il titolo di questo romanzo. Piergiorgio Panelli, artista e critico d’arte, ha scelto di raffigurare nell’opera in copertina l’altalena  e il paesaggio collinare come simboli dell’intero romanzo”. Il romanzo prende le mosse dal passaggio dalla grande città, Milano, ai luoghi familiari della campagna; questo ambiente fa sentire la protagonista finalmente libera e la riavvicina a se stessa: è una sensazione che le capita di provare? “Il paesaggio della campagna, che mi circonda da sempre, anche quando scrivo affacciata alla finestra di casa, mi fa sentire libera e allo stesso tempo sicura, con solide radici. Ogni giorno ho bisogno di percorrere in silenzio la strada che si insinua tra le colline che mi divide tra lo studio in città e la mia casa in campagna. Soltanto nei luoghi familiari della campagna effettivamente anche Viola ritrova se stessa”. Nel suo libro si parla di molti amori: i fidanzati che vanno e vengono, l’amore difficile per il padre scomparso, quello bellissimo tra i genitori (“il movimento delicato e complice delle loro dita nel passarsi dall’uno all’altra il filo di perle, il segno del vero amore”). Il sentimento è il fil rouge tra le pagine? “Il filo narrante è il sentimento, non solo inteso come amore tra uomo e donna, ma anche come amore tra genitori e figli e come amicizia. I sentimenti ci spingono ad agire e vivere, anche i sentimenti dolorosi: la seconda parte del romanzo narra di sofferenza e di un grave travaglio interiore”. Il testo integrale dell’intervista sulla Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 15 novembre. Durante la presentazione l’attore Fabio Fazi di Casale Monferrato interpreterà alcuni brani del libro cui sono ispirate le opere dell’artista Piergiorgio Panelli. La mostra prosegue fino a domenica 24 novembre dalle 16 alle 19,30 (chiuso lun – mart). Marianna Natale