In crescita gli affari a Vinitaly 2016: una manifestazione che chiude con un bilancio di 130mila operatori da 140 nazioni e supera lo storico record di 100mila metri quadri netti espositivi con oltre 4100 aziende partecipanti da 30 Paesi. Quasi 50mila le presenze straniere, con 28mila buyer accreditati dai mercati internazionali in aumento del 23% rispetto al 2015. Il Piemonte è di gran moda, lo confermano le presenze all’interno del padiglione 10 e il ritmo serrato con cui i meeting si succedevano negli stand. Lo scorso anno Kerin O’Keefe su Wine Enthusiast aveva inserito la nostra regione tra le mete da non perdere per gli enoappassionati, complice anche l’inserimento dei paesaggi vitivinicoli di Monferrato Langhe e Roero all’interno del patrimonio Unesco. In apertura della manifestazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato la collettiva di 200 aziende allestita dal Consorzio Piemonte Land of Perfection a Vinitaly. Qualche minuto per una stretta di mano con il presidente Giorgio Bosticco e uno scambio di battute con alcuni vignaioli presenti e i portavoce dei Consorzi piemontesi. Poi un brindisi con l’Asti docg. Alla colazione ufficiale, al presidente Mattarella è stata offerta la Barbera d’Asti Montebruna dell’azienda Braida di Rocchetta Tanaro, in rappresentanza del vino piemontese. Intanto il Consorzio della Barbera si avvia a festeggiare i suoi settant’anni di storia e proprio a Verona ha dato vita a una degustazione delle grandi occasioni. “Lo sforzo che facciamo per dare visibilità al nostro vino è stato gratificato dalla presenza all’evento di importanti opinion leader – ha detto il presidente del Consorzio Filippo Mobrici – che hanno raccontato la loro Barbera davanti a un pubblico appassionato. Per questo ringrazio anche le oltre 200 aziende che quotidianamente ci danno fiducia e ci sostengono nel nostro lavoro. Il nostro impegno è che il 2016 sia veramente l’anno della Barbera d’Asti”.  Molte le novità presentate a Vinitaly: le Distillerie Berta hanno l’ultima novità d’eccellenza, Elisi per il sociale, la grappa con un’etichetta che racconta una storia di solidarietà con “Fraternità ed Amicizia” e che fa della diversità una ricchezza inestimabile; il ricavato della vendita sarà destinato alla promozione delle attività dei laboratori didattici, per incoraggiare le passioni artistiche dei ragazzi dell’associazione e consentire loro di viaggiare. L’astigiana Bava ha racchiuso in casse in legno serigrafate le annate migliori dei vini di famiglia (Barbera d’Asti, Nizza, Barolo e Chardonnay) creando le “Centenary Collections” in onore degli oltre cent’anni di storia aziendale. La Giulio Cocchi continua a dare un forte contributo alla grande riscoperta del Vermouth tradizionale e ha presentato al Vinitaly la sua espressione della riserva, creata in collaborazione con la Reggia della Venaria. Cascina Castlèt scommette invece sulla novità e a Verona ha portato le prime mille bottiglie di Barbera d’Asti con il tappo a vite: “Siamo ancora molto legati all’immagine tradizionale della bottiglia con il tappo di sughero – dice Mariuccia Borio – ma il tappo a vite va bene per i vini giovani, ma c’è già chi lo sta usando per i vini da invecchiamento. I mercati esteri sono già pronti e lo richiedono. Noi cominceremo con la Norvegia, ma l’idea è di estendere l’uso del tappo a vite anche in Italia”. Torinese di nascita ma astigiano d’adozione il barberista vincitore del premio Cangrande 2016, prestigioso riconoscimento la Fiera di Verona assegna ai benemeriti della vitivinicoltura segnalati dalle Regioni Italiane. “Con la designazione per il Piemonte di Franco Roero per la Gran Medaglia di Cangrande al 50° Vinitaly – dice l’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero – bbiamo voluto premiare un piccolo produttore di grandi vini e idealmente i tantissimi altri piccoli produttori che, in silenzio e con la caparbietà piemontese della cultura del “fare”, hanno contribuito alla straordinaria evoluzione della vitivinicoltura piemontese. Simbolicamente vuole essere anche un omaggio a un territorio vitivinicolo, forse meno blasonato, ma ad alta vocazione vitivinicola, i luoghi del Barbera: il vino più diffuso, più popolare, che ne incarna la “piemontesità”.