L’Asl AT si distingue nelle vaccinazioni contro il papilloma virus umano (Hpv), responsabile del cancro del collo dell’utero: la media delle giovani astigiane (di 12 e 15 anni) che hanno finora aderito alla profilassi è assai più elevata di quella nazionale.
Anche di questo si è parlato al corso teorico pratico “Patologia del tratto genitale inferiore: il trattamento a radiofrequenza in regime ambulatoriale e di day surgery” che, patrocinato tra gli altri dall’Azienda sanitaria, si è aperto stamane all’Hotel Salera per proseguire fino a sabato.
E’ stato indicato che, a livello nazionale, la percentuale di giovani vaccinate è del 50%.
Nei due anni di vaccinazione, le dosi somministrate dall’Asl AT a 2500 utenti sono state complessivamente 7560. Le adesioni hanno registrato le seguenti percentuali: classe 1993: 71%; 1994: 74%; 1997: 67%, 1998:73%. A livello regionale la media 2009, al termine delle tre dosi somministrate alle ragazze nell’arco di sei mesi, è stata del 60%.
I buoni risultati ottenuti finora – indica Daniela Rivetti, direttore del Dipartimento di prevenzione – tengono conto, oltre che di un’organizzazione collaudata all’interno del servizio, della collaborazione dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta: un gioco di squadra che sta determinando un positivo andamento della campagna di vaccinazione”. 
Con le sue alte percentuali di adesione, l’Astigiano – sottolinea Maggiorino Barbero, primario dell’Ostetricia e Ginecologia del Massaia – si avvicina alle medie dei Paesi più virtuosi del mondo: l’Australia, infatti, è al 78% e il Canada poco oltre il 70%”.
Il papilloma virus umano colpisce l’apparato genitale e si trasmette con facilità per via sessuale. L’opportunità di prevenzione tramite il vaccino (sicuro ed efficace, viene somministrato gratuitamente dall’Asl) è garantita a utenti che, si presume, non abbiano ancora avuto rapporti sessuali. La vaccinazione serve, infatti, a prevenire le infezioni, ma non a curare quelle in atto.
Nella maggior parte dei casi di infezione, il cancro non si sviluppa, ma, dove accade, la sua evoluzione è lenta e i sintomi possono manifestarsi anche dopo molti anni.