Manuela Caracciolo, giornalista e “content creator” con esperienze tra Italia e Stati Uniti, torna alla narrativa dopo il successo di “Tutto ciò che il paradiso permette” (Premio Zanibelli 2018). Questo è il suo terzo romanzo, intitolato “Ombre ai confini di Flamingo Bay” (Les Flâneurs Edizioni, 16 euro), che unisce ritmo avvincente e profondità psicologica. 

Oggi alle 18 l’autrice lo presenterà alla Biblioteca Astense Giorgio Faletti e dialogherà con il marito Alexander Macinante in un evento gratuito, immergendo il pubblico nelle atmosfere di questo giallo contemporaneo. Ne parliamo direttamente con Caracciolo per scoprire i segreti di questa avvincente storia.

Dove è ambientata la storia e chi sono i protagonisti?

“La storia si svolge a Flamingo Bay, luogo inventato. E’ un paese della provincia americana, un tempo località turistica attrattiva per la sua laguna e i fenicotteri che la popolavano. Tutto era animato anche da una grande centrale idroelettrica che impiegava parecchie persone del villaggio, ma ai tempi della narrazione è diventata, dopo la chiusura della fabbrica, una cittadina fantasma con pochi abitanti. I protagonisti, infatti, sono tra loro: la proprietaria della caffetteria, una ex ballerina e una donna che ha appena cominciato la sua vita da pensionata. A loro si legano i destini di due ragazzini”.

Qual è il “leitmotiv” del romanzo? 

“Il mistero è il ‘fil rouge’ della narrazione. I personaggi colgono che qualcosa non torna nella chiusura della fabbrica e avvertono qualche presenza inspiegabile nella struttura, oltre alla evidente migrazione dei fenicotteri che davano il nome alla baia. Sono cinque personalità diverse che si coalizzano per risolvere un enigma, dal quale dipenderà anche il loro futuro”.

Quale è stata la sua fonte di ispirazione? 

“Difficile da spiegare. Ho pensato al cambiamento climatico, a come la natura possa reagire allo sfruttamento umano e di come, disperatamente, ci sia ancora chi possa lottare per capire cosa sta accadendo. In più, il gruppo di amiche di mezza età che si ritrovano a investigare e a lasciare da parte per un po’i problemi personali era un’idea che mi girava in testa da parecchio tempo”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 23 maggio 2025

Massimo Allario