Domani, venerdì 7 novembre, alle 21, il Diavolo Rosso ospiterà la band power pop biellese The Bravo Maestros, che presenterà, in un concerto a ingresso gratuito, il suo primo disco “Keep It Simple, Stupid!” e, per la prima volta, nuove canzoni contenute nel prossimo album in uscita nel 2026. Voce e basso della band è Matteo Buranello, mentre alla batteria c’è Luca Buranello e alle chitarre Davide Diomede, che per l’occasione ci ha parlato della band e del nuovo disco.    

Mi parli della nascita della vostra band, cosa vi ha spinto a fare musica e cosa rappresenta questo primo album, “Keep It Simple, Stupid!”.

“Noi ci conosciamo da un bel po’ di anni. Io ho anche l’etichetta discografica Vina Records e ho prodotto altri progetti in cui hanno militato Matteo Buranello e suo fratello Luca. Li conosco da quasi 20 anni: ho prodotto tutti i loro progetti, abbiamo fatto tour insieme in cui io ero tour manager. L’anno scorso abbiamo deciso di mettere su questa band, “The Bravo Maestros”, partendo, dall’idea di divertirci. Noi ci siamo sempre divertiti insieme e visto che in quel momento eravamo un po’ tutti liberi abbiamo messo su questo progetto. Nel giro di pochissimo tempo, forse proprio perché ci conoscevamo da anni e c’era una bella amicizia tra noi, abbiamo sfornato il primo disco. Per anni io, come etichetta soprattutto, sono stato abituato a ragionare molto su tutto l’aspetto promozionale e discografico. Con questo primo album volevamo tornare un po’ alla semplicità delle origini, senza troppe riflessioni, che in alcuni contesti rischiano un po’ di rovinare tutta l’euforia. Abbiamo quindi mantenuto, anche in studio, un po’ lo spirito di lavorare senza sovrastrutture. Abbiamo registrato tutto in presa diretta e da lì nasce il titolo “Keep It Simple, Stupid!”, che un po’ riflette questa voglia di fare tutto in modo semplice e diretto, al fine di trasferire quella che era la nostra euforia, anche perché l’acronimo del nome dell’album è “Kiss”, ovvero “bacio”, che riporta al senso di amicizia e di divertimento”. 

Come definireste la vostra musica? Quali artisti e band vi hanno influenzato maggiormente?

“Al nostro interno siamo abbastanza ben bilanciati. Matteo Buranello, che scrive i testi, arriva dal mondo del britpop, dagli stessi Oasis, dall’indie rock britannico, dai Radiohead. Io sono sicuramente più sul versante Usa California, mentre Luca Buranello sta un po’ in mezzo. Quindi ci sono sicuramente influenze sia dal britpop che da tutto quello che è il power pop, il garage rock californiano di San Francisco: ne è uscito un mix che non ci aspettavamo, anche se in realtà riflette un po’ la nostra personalità. In questo primo disco ci sono tanti Anni ‘70, che è un po’ la passione comune di tutti noi, e tanti ‘90 e ‘00, che sono gli anni in cui ci siamo formati dal punto di vista musicale, tecnico. C’è un po’ tutto quello che si può definire garage, brit, power pop, sia britannico che statunitense”. 

Quali sono i vostri progetti futuri? 

“Abbiamo già scritto il secondo disco, di cui abbiamo registrato già una parte, e che concluderemo tra qualche settimana. Riprenderà un po’ il primo, ma ci saranno anche cose nuove. L’obiettivo principale è far uscire il secondo disco nel 2026 e, a partire da questo, incrementare le date live”. 

Dana Proto