Proprio ieri, venerdì 6 ottobre, esce il nuovo album di Giorgio Conte dal titolo “Sconfinando”.
In occasione di questo importante evento che riguarda uno degli artisti più importanti della nostra città, ma che ormai da anni è un patrimonio nazionale e calca le scene dei più importanti palcoscenici italiani ed internazionali, non ci siamo fatti cogliere impreparati e siamo riusciti a strappargli, tra un impegno e l’altro, una breve intervista.
Ci parli del suo nuovo lavoro che siamo tutti ansiosi di ascoltare?
“Non nego che si tratta di un progetto ambizioso, a partire dalla copertina di Ugo Nespolo che ha creato un caleidoscopio di forme e colori diversi, proprio per interpretare la molteplicità dei temi e dei suoni. Oltre ai canonici CD, è prevista la tiratura limitata di un doppio vinile contenente la stampa autografa (singolarmente) di Ugo Nespolo. E’ un ritorno al vinile che più si addice al mio stile e ai miei gusti musicali. L’album contiene inediti e cover di grandi successi, riproposti in chiave sinfonica, grazie alla partecipazione dell’Orchestra “Duchessa di Parma” diretta dal M° Alessandro Nidi, per un totale di 15 brani più una bonus track”.
Abbiamo parlato della copertina ma ora parliamo del contenuto: che cosa è questo “Sconfinamento”?
“Come ho già detto in altre occasioni, sono uscito dal recinto sonoro delle mie precedenti produzioni addentrandomi in una sconfinata prateria di suoni sinfonici, da tempo sognavo di appendere, nel mio guardaroba musicale, abiti di pregio, lasciando un po’ da parte il casual e il “prét à porter”. Un ruolo fondamentale in questo “sconfinamento artistico” lo ha avuto l’Orchestra Sinfonica nella persona di Alessandro Nidi che mi ha condotto verso sonorità più larghe”.
La scelta dei brani ha seguito un filo logico?
“La scelta è stata fatta in accordo con il maestro come sottofondo sinfonico.
L’album ha il triplice scopo di stupire, confortare e rallegrare: stupire come con la nuova versione di “Deborah”, un R&B che diventa una lenta, fascinosa milonga grazie alla rivisitazione pianistica di Alessandro Nidi; confortare con brani come l’accorato arrangiamento sinfonico di “Stringimi forte”, che ben sottolinea l’amoroso invito; rallegrare, con ironici e scoppiettanti arrangiamenti come la nuova versione di “Gnè gnè” che diventa un can can, pieno di brio ed invenzioni strumentali”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 6 ottobre 2017
Massimo Allario