Si intitola “Da Caporetto alla vittoria”, un fumetto ambientato, come suggerisce il titolo, durante la prima guerra mondiale, e che vede la sua pubblicazione in occasione, chiaramente, della grande Adunata degli Alpini. Da un soggetto di Walter Riccio, la regia globale e le chine spettano a Luigi Piccatto, matita storica della Sergio Bonelli Editore, a cui abbiamo chiesto di raccontare quest’ultimo suo lavoro.

Ci introduca al fumetto. Si tratta di una graphic novel che racconta la storia di un ragazzo di diciassette anni chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale.

Il punto di vista è quello del ragazzo? Certo. Il ragazzo racconta quel che ha vissuto, il rapporto coi suoi commilitoni e il modo in cui affronta l’esperienza della guerra e della morte. L’arco temporale in cui si svolge il racconto abbraccia circa un anno e mezzo, dalla sconfitta di Caporetto alla successiva vittoria, quella di Vittorio Veneto. Di qui dunque il titolo, “Da Caporetto alla vittoria”.

Un ragazzo di diciassette anni si ritrova in guerra a dover uccidere nemici, magari coetanei. Come vive questa situazione? Beh, dobbiamo immaginare che un ragazzo di diciassette anni a quell’epoca andava a lavorare, e spesso in condizioni che oggi appaiono terribili; a inizio Novecento un ragazzo di diciassette anni si trovava ad affrontare realtà ben diverse da quelle che oggi affrontano i ragazzi di quell’età. In ogni caso, il protagonista del fumetto ha, certo, le sue perplessità e le sue difficoltà, ma in questa grafic novel, piuttosto che sugli aspetti pscicologici, abbiamo preferito soffermarci sugli avvenimenti drammatici che determinarono gli ultimi die anni della guerra. Dunque senza aver la pretesa di indugiare troppo a fondo su certi aspetti psicologici, abbiamo fornito uno spaccato di quel che potrebbe essere verisimilmente accaduto a un giovane chiamato alle armi. Tutti i personaggi sono inventati; è reale invece il contesto storico in cui essi si muovono, e per restituire questo contesto abbiamo seguito le indicazioni del professor Aldo Mola.

Francesco Carriero