A Volte Nevica in Aprile di Rudy Giorgio Panizzi parla di una passione vera e propria, verso una delle figure musicali più importanti ed influenti ad aver mai calcato un palco: Prince. In questo libro (pubblicato da Giancarlo Zedde lo scorso aprile, in occasione del primo anniversario della scomparsa del folletto di Minneapolis) l’autore si lascia andare ai ricordi legati a Prince e all’influenza che la passione per questo artista ha esercitato nella sua vita e nelle sue scelte fin dal primo incontro nel 1984.Il libro, corredato da bei disegni ispirati a Prince e realizzati dallo stesso Rudy, è un perfetto compendio di cosa voglia dire innamorarsi artisticamente di una superstar.
Lo abbiamo intervistato prima della presentazione che si svolgerà sabato 7 aprile allo spazio Kor di Asti.
Nel tuo libro si legge come quando e perché è sbocciata la tua passione per prince. Ma l ‘idea di scriverne come è nata?
Questo libro è nato innanzi tutto dal dolore per la perdita di questo straordinario artista, una voce che mi ha accompagnato quotidianamente per più di trent’anni. Sono stato spinto dall’impulso di celebrare il mio eroe, per cantarne il genio e le gesta attraverso la mia storia.

Come spieghi la percezione di un artista del calibro di Prince in un paese come l’ Italia? Nel senso, perché nel nostro paese la sua genialità è stata sempre sottovalutata?
In generale, l’Italia è un paese che culturalmente è legato alla musica per mezzo di melodia e voce. La musica suonata, specialmente se un po’ più complessa e non legata a schemi fissi, è compresa solo da pochi appassionati. L’estro creativo che negli anni ha sempre dedicato non solo alla musica ma anche alla sua immagine, sicuramente non ha contribuito a far accettare Prince in un paese di conformisti, dove si preferiscono un jeans e una maglietta ai repentini e ricercati cambi destetici ai quali ci ha abituati. Forse il nostro Paese l’ha sempre etichettato in base all’immagine precludendosi le meraviglie che avrebbe scoperto con la sua musica. Spero con il mio libro di far scoprire questa magia artistica anche alle nuove generazioni di appassionati, di cultori di buona musica.

Cosa  ha lasciato Prince a te?
Prince mi ha lasciato in eredità l’amore per la musica in tutte le sue sfaccettature, forme e colori, mi ha insegnato a non avere pregiudizi di alcun tipo nei confronti di concetti e persone. Ho solo un po’ di timore per la strana neve d’aprile.
Manuela Caracciolo