Valerio Soave è il fondatore della Mescal, etichetta indipendente che, tra gli altri, ha scoperto e prodotto per la prima volta Ermal Meta, neo-vincitore, insieme a Fabrizio Moro, del Festival di Sanremo 2018.
La Mescal ha la sua sede principale a Nizza Monferrato e una di sola produzione a Milano. Il produttore Soave ha dato in questi giorni miriadi di interviste.

Valerio Soave, che cos’è la Mescal?
“La Mescal nasce nel 1993 e viene fondata da me e Luciano Ligabue, mio amico già dalla fine degli anni 80. Ero appassionato di musica e a lui serviva un manager. Così fondammo la Mescal, come il liquore messicano. All’inizio nacque come management e produzione esecutiva, dove noi sceglievamo alcuni artisti emergenti da sottoporre a contratto con delle multinazionali. Da qui proveniva un budget che noi gestivamo per la produzione del disco. Tra gli altri producemmo tre dischi di Ligabue, tra cui “Buon compleanno Elvis”. Nel 1995 Ligabue venne accusato di prendere diritti da altri artisti e così decise di uscire dalla Mescal. Nel 1997 avevo alcuni artisti che mi piacevano molto, tra cui i Subsonica, ma nessuna Casa li accettava. Così decisi di fare tutto io. Divenimmo un’etichetta indipendente, che comprendeva ufficio management, organizzazione dei tour e vendita dei dischi, anche se per la distribuzione ci affidiamo ad altre piattaforme (Sony, Universal o Artist First, ad esempio)”.

Come avete scoperto Ermal? Avete capito subito le sue potenzialità?

“Nel 2015 partecipammo alla selezione di Sanremo Giovani, portando “la Scapigliatura”, un nostro gruppo. Tra i concorrenti c’era un artista che non aveva nessun management, Ermal Meta appunto. Alla fine né La Scapigliatura, né Ermal passarono le selezioni dei 12, ma Ermal volle conoscermi. Venne nella nostra sede di Nizza, ci fece sentire i suoi pezzi e li ascoltammo più volte perché erano così belli che non credevamo possibile che nessuno l’avesse notato. Nel 2016 lo proponemmo per Sanremo Giovani e da lì fu un successo. Arrivò 3° con “Odio le favole”, poi promuovemmo il suo disco e solo più tardi facemmo partire il Tour”.

C’è stato un momento in cui avete pensato di esservi sbagliati a dargli fiducia?
“No, mai. Ermal è l’artista con cui tutti vorrebbero lavorare. È determinato, umile, non si monta mai la testa. È molto determinato e sacrifica qualsiasi cosa per lo studio e la musica, che mette sempre al primo posto. Questo lo ha portato alla vittoria del Festival di Sanremo 2018, anche se non era previsto che partecipasse”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 16 febbraio 2018.
Danilo Bussi