truffa telefonica36 mila euro. A tanto ammontava il lascito che un’anima pia aveva riservato alla parrocchia di Refrancore. Peccato però che si trattasse di una truffa bella e buona, nella quale don Igor Sciolla fortunatamente non è caduto. Giovedì mattina il sacerdote è stato contattato telefonicamente da un uomo che ha sostenuto di essere un dirigente delle Poste Centrali di Asti. “Aveva un accento del sud Italia e mi ha fatto presente che una parrocchiana di cui mi aveva fatto il nome mi aveva lasciato una cospicua eredità – racconta -. Di sottofondo poi ho sentito una voce femminile che sosteneva che quello fosse il cognome da nubile, forse un modo per convincermi che era tutto vero”. Per ottenere il denaro però il sacerdote avrebbe dovuto versare tramite vaglia postale 2000 euro al notaio Saja, incaricato di svolgere le pratiche di rito. “Ho chiesto di poter fare il versamento alle Poste Centrali dove lo sconosciuto diceva di lavorare ma lui mi ha detto di farlo negli uffici del mio paese – prosegue don Igor -. Una volta effettuato il pagamento avrei dovuto telefonare per indicare il codice in modo da permettere il prelievo”. Una stranezza che si aggiunge a tante altre. “Mi hanno telefonato in parrocchia pensando probabilmente che non sarei riuscito a risalire al numero dal quale chiamavano – prosegue il sacerdote -. Io però avevo inserito il trasferimento di chiamata, in questo modo ho risposto dal cellulare e ho potuto scoprire da dove provenisse la chiamata”. Quel numero stranamente coincideva con quello del fantomatico notaio Saja (che sembra non esista). Un altro tassello che ha composto il puzzle della truffa. Don Igor si è rivolto ai carabinieri, fornendo loro tutti i codici postali e telefonici; intanto avverte gli altri sacerdoti: “Se vi riconoscete in questo racconto non fidatevi, è una truffa”.