Quella di venerdì 10 marzo, all’Istituto storico per la Resistenza e società contemporanea, sarà a suo modo una seduta storica. Il Cda dell’Israt, infatti, che ha sede al primo piano di Palazzo Ottolenghi in corso Alfieri, è stato convocato alle 17 per decisioni importanti sul futuro dell’Ente.

Il direttore dell’Istituto Mario Renosio, con una lettera al presidente Mauro Forno, al direttore amministrativo Remigio Meta e ai membri del Cda (Maria Grazia Bologna, Sandro Cerrato, Tullio Dezani e Stefano Masino), ha rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti d’età. Insomma, va in pensione dopo anni di onorato servizio in favore della Storia.

Renosio è dipendente dell’Israt dal 15 gennaio 1990. Nella lettera al presidente Forno, si legge: “Come sappiamo, i prossimi due anni saranno particolarmente impegnativi per l’Istituto. Se dal punto di vista delle attività didattiche e scientifiche stiamo entrando nel biennio che porterà all’80° anniversario della Liberazione, ancora più decisivo è il problema politico e amministrativo della scadenza e del rinnovo del Consorzio. Ritengo quindi opportuno e necessario rinunciare, a partire da oggi, all’incarico di direttore scientifico per consentire al Cda e a chi mi sostituirà di poter programmare al meglio le attività dell’Istituto in vista delle decisive scadenze che lo attendono. In questi oltre ventiquattro anni in cui ho svolto l’incarico di direttore abbiamo sempre cercato tutti insieme (dipendenti, Cda e collaboratori) di lavorare per far crescere l’Israt e caratterizzarlo come ente culturale fortemente radicato sul territorio, con una riconosciuta credibilità, una inattaccabile indipendenza e autorevolezza scientifica, una buona capacità di attirare finanziamenti dall’esterno che compensassero i tagli che progressivamente sono giunti per varie ragioni dagli enti consorziati. Sono fiducioso nel fatto che in questo modo siamo riusciti a costruire le solide basi necessarie per rendere la decisione di rinnovare il Consorzio un’operazione di servizio culturale irrinunciabile per gli enti locali, le scuole e il territorio dell’Astigiano”.

Il presidente Mauro Forno, professore di Storia contemporanea al Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, ha così commentato: “Evito di parlarvi dei sentimenti che in questo momento mi assalgono. Ma ne abbiamo parlato tanto e tutti noi sappiamo che è una scelta giusta, che Mario fa esclusivamente per garantire il bene dell’Istituto al quale tutti noi teniamo (del resto, anche per lui è venuto il momento della pensione!). Dovremo naturalmente fare in modo che un patrimonio di conoscenze e capacità come quello che Mario incarna non vada disperso e che si possa, quindi, in qualche maniera poter continuare a contare su di lui”. Anche il prefetto di Asti Claudio Ventrice con una lettera sincera e per niente burocratica ha voluto esprimere il suo apprezzamento all’Israt e al suo direttore: “Gentilissimo dott. Renosio – scrive -, desidero porgerle il mio più vivo e sentito ringraziamento per il contributo prestato anche quest’anno alla realizzazione dell’evento commemorativo che ha avuto luogo in occasione del “Giorno del Ricordo”. Sempre grato per la disponibilità e sensibilità nei confronti di questa Istituzione, ho molto apprezzato il Suo intervento che ha arricchito la manifestazione e ha attirato l’attenzione dei giovani partecipanti su temi di grande rilievo storico e morale».

Il Cda sembra compatto e “rumors” vogliono che il nome del successore sia già designato all’unanimità. Si tratterebbe di Nicoletta Fasano, già dipendente dell’Ente, ricercatrice storica molto apprezzata ad Asti e in Piemonte, autrice di numerose pubblicazioni e saggi, che ha contribuito in modo determinante alla redazione del dossier che ha portato Asti tra le sette città candidate a “Capitale della cultura 2025”.

Nato nel 1984, l’Israt è un Consorzio obbligatorio di Enti pubblici, di cui fanno parte il Comune e la provincia di Asti e altri 55 comuni. È associato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia, con sede a Milano, che coordina una rete di oltre 60 Istituti della Resistenza e di Storia Contemporanea attivi sul territorio nazionale. Gestisce, tramite una convenzione con la Regione Piemonte, la “Casa della memoria di Vinchio”, centro regionale per lo studio e la promozione delle tematiche della Resistenza e della deportazione contadina e la mostra permanente dell’aeroporto partigiano Excelsior a Vesime.

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