Quanto pesa la cultura in Piemonte? A questa domanda risponde il 1° report sull’impatto economico della cultura in Piemonte “La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura” realizzato da Unioncamere Piemonte, Camera di commercio di Torino, Finpiemonte e Compagnia di San Paolo. Il rapporto ha valutato per il 2011 un ammontare del valore aggiunto di 6,4 miliardi di euro generato dal sistema produttivo culturale piemontese, pari al 5,8% del totale dell’economia. In Piemonte il sistema occupa circa 119mila unità, pari al 5,9% dell’occupazione locale e all’8,6% di quella assorbita dal complesso delle industrie culturali a livello nazionale. Il sistema culturale riveste in Piemonte un’importanza maggiore rispetto a quanto si osserva per l’intero Paese. “Tra le funzioni delle Camere di commercio, favorire l’imprenditorialità culturale e creativa rientra pienamente nella nostra missione: da anni siamo impegnati nella valorizzazione dei nostri prodotti di eccellenza e dei nostri marchi ‘Made in’ anche all’estero, nell’utilizzo dell’innovazione nei processi produttivi, nella creazione di percorsi di formazione e specializzazione professionale oltre che nel sostegno diretto ad iniziative culturali, tra cui ad esempio il Salone internazionale del Libro. Il settore culturale e creativo, in Piemonte e in Italia, ha un potenziale incredibile che deve essere analizzato e messo a sistema: anche questo può far ripartire la macchina economica e lo sviluppo dei nostri territori. La vera sfida è quella di individuare, tutti insieme, una strategia industriale d’intervento così da diventare davvero competitivi rispetto ad altri mercati sia domestici che internazionali” ha evidenziato Paolo Bertolino, Segretario generale di Unioncamere Piemonte. Guido Bolatto, Segretario generale della Camera di commercio di Torino, ha sottolineato: “Da tempo promuoviamo indagini sugli investimenti in ambito culturale: dal Salone del Libro a quello del Gusto, alle manifestazioni d’arte contemporanea. Questa ulteriore indagine, da noi fortemente voluta, evidenza che abbiamo avuto e abbiamo ragione ad investire in cultura: un settore in crescita anche in periodi di crisi, e in grado di innescare circuiti economici virtuosi. Proprio a Torino, poi, – secondo i risultati dell’indagine – la cultura riesce a creare ricchezza e occupazione più che in altre province. A questo si aggiunge un ritorno di immagine per il territorio sotto il profilo turistico e di attrattività più generale”. “Grazie all’azione sia congiunta sia autonoma degli attori pubblici e privati Torino e il Piemonte hanno sviluppato un concetto molto alto di ‘cittadinanza culturale’. I restauri, il recupero, i musei stanno lì a dimostrarlo. Il pubblico esiste, cresce e sta diventando sempre più preparato e intelligente – ha dichiarato Marco Demarie, responsabile dell’Ufficio Studi, Programmazione e Documentazione della Compagnia di San Paolo –. Anche i vari mondi della creatività mostrano una vitalità che ci sembra non effimera. Torino progetta, consuma, crea. Meno bravi siamo stati però, come sistema, a sviluppare forme di industria culturale che usino cultura e creatività come input di produzione economica e quindi di occupazione sostenibile. I dati di questa prima ricerca non sono sconfortanti: ma certo non possiamo limitarci a confrontarci con le medie nazionali italiane.  Il mercato dei contenuti, la creatività comunicativa digitale sono ‘spazi economici’ in cui Torino e Piemonte possono mischiare e giocare bene le loro carte culturali da un lato e tecnologiche dall’altro. Senza parlare degli spazi ancora espandibili di un’offerta turistica che faccia dei beni culturali un ingrediente significativo. Certo, nell’uno e nell’altro campo, ci vogliono inventiva, qualità e comunicazione. Tutti terreni che possono diventare opportunità vere anche per una nuova generazione di imprese culturali create da giovani”. “I dati presentati da Unioncamere Piemonte confermano un principio, che da sempre ispira il nostro operato: la cultura come settore economico-produttivo capace di generare ricadute economiche tangibili sul nostro territorio. La misurabilità delle iniziative culturali è infatti sempre stata un criterio irrinunciabile, che passa attraverso indici quantificabili, come i livelli occupazionali – ha commentato Michele Coppola, Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte –. È importante sottolineare come i dati sulla percezione della realtà culturale del Piemonte siano molto confortanti, sia a livello regionale, sia, soprattutto a livello nazionale. Confermano infatti una buona conoscenza del nostro patrimonio e dei principali eventi che in Piemonte si svolgono”. La valutazione economica della cultura in Piemonte è stata condotta utilizzando la metodologia già sperimentata con successo da Unioncamere e Fondazione Symbola (L’Italia che verrà. Industria culturale, made in Italy e territori. Rapporto 2012). Il report, che costituisce l’abstract di un rapporto più ampio e articolato presto disponibile, è arricchito da un’introduzione sul tema a cura di Walter Santagata, Professore Ordinario di Economia dei beni e delle attività culturali presso l’Università degli Studi di Torino, una breve anticipazione sui consumi culturali in Piemonte nel 2011 a cura dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, e un duplice sondaggio di opinione volto a indagare la percezione del sistema culturale piemontese da parte dei cittadini piemontesi e italiani. Nel 2011 il valore aggiunto generato dal sistema produttivo culturale piemontese ammonta a 6,4 miliardi di euro, pari al 5,8% del totale dell’economia. Si tratta di un contributo rilevante, quattro volte superiore a quello fornito dall’agricoltura, il doppio di quello determinato sia dalle industrie alimentari e delle bevande, che da quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto. La ricchezza prodotta dall’insieme delle industrie culturali della regione rappresenta, inoltre, l’8,4% di quella generata dallo stesso aggregato a livello complessivo nazionale. In Piemonte il sistema occupa circa 119mila unità, pari al 5,9% dell’occupazione locale e all’8,6% di quella assorbita dal complesso delle industrie culturali a livello nazionale. Il sistema culturale riveste in Piemonte un’importanza maggiore rispetto a quanto si osserva per il Paese complessivamente considerato, dove questo crea il 5,4% della ricchezza prodotta, pari a quasi 76 miliardi di euro, e impiega il 5,6% degli occupati, equivalenti a 1,4 milioni di unità. Nel 2011 poco meno di 5 milioni di persone hanno visitato i musei e le mostre dell’area metropolitana di Torino, quasi 6 milioni se si considera l’intero territorio regionale. I festeggiamenti del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia hanno attratto molti visitatori da fuori regione, tuttavia sono stati i musei più noti a catalizzarne l’attenzione ancor più dei beni e delle manifestazioni focalizzate sull’Unità d’Italia. La ricaduta per la città è stata comunque importante. Ciò nonostante il 2011 può essere letto come l’apice di una dinamica di divaricazione e contraddizione: dalle soglie più alte di visite e consumi relativi a musei e beni culturali che hanno sfruttato l’onda positiva degli investimenti passati, alla decrescita delle risorse da investire in cultura, da parte degli Enti Pubblici e privati. Tra le numerose manifestazioni e iniziative a carattere culturale condotte in Piemonte sono il Salone Internazionale del Libro di Torino e la Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba le più conosciute al di fuori dei confini regionali. Elevato anche il grado di notorietà del Salone Internazionale del Gusto, del Torino Film Festival e di CioccolaTò.