Il fotografo Franco Rabino aprirà oggi, 10 dicembre, il corso di formazione e aggiornamento “Ricordi futuri: la memoria, istruzioni per l’uso” promosso da Israt e Fondazione Palazzo Mazzetti con il patrocinio dell’Ufficio scolastico provinciale.Il tema che affronterà sarà “Fragili memorie disperse. Fotografia, linguaggi visivi, archivi e documentazioni nel tempo della smaterializzazione delle immagini”. Dopo di lui toccherà alla psichiatra Caterina Corbascio, poi a una docente universitaria (Valentina Pisanty), tre ricercatori storici (Enrico Pagano, Mario Renosio, Nicoletta Fasano), un curatore di progetti d’arte (Ermanno Tedeschi): ognuno di loro, sulla base della propria professionalità ed esperienza, apporrà un proprio tassello al puzzle sconfinato del fare e trasmettere memoria. Perché questa iniziativa rivolta in particolare a insegnanti e studenti, ma aperta anche alla cittadinanza? “Negli ultimi anni abbiamo assistito – spiega Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt – a un vero e proprio proliferare di giornate dedicate alla memoria, al ricordo, alla testimonianza; ad un aumento esponenziale di progetti di raccolta di storie di vita, racconti, interviste che spesso vengono messe sul web a disposizione di tutti, senza filtri, senza alcuna indicazione metodologica o di strumenti conoscitivi, in una sorta di ‘bulimia’ della ricordanza che ha sostituito poco per volta anche la storia. Abbiamo troppa paura di perdere la nostra memoria? Abbiamo la sensazione di non saper più fare memoria? Di trasmettere memoria?”. Il web, i social network, la velocità dell’informazione hanno influito in modo determinante sul nostro modo di ricordare. Ma non solo: l’informatica ha dato l’illusione di essere un mezzo straordinariamente potente di immagazzinamento dati e, quindi, di conservazione di “memorie”. Eppure i ricercatori dell’Israt sottolineano che “purtroppo non è così: i supporti esterni ai quali si affidano i nostri ricordi sono estremamente fragili. La memoria dei computer si può cancellare, i floppy disk e i cd ci insegnano che i supporti tecnologici diventano presto obsolete e necessitano di un travaso continuo per poter essere utilizzati in futuro. Così come i nostri stessi ricordi, quando affidati al web, si perdono nell’oceano sconfinato della rete, mischiandosi a miliardi di altre storie”. Gli incontri (la partecipazione al corso è gratuita) si terranno dal 10 dicembre al 18 febbraio, alle 17, a Palazzo Mazzetti. Nella stessa sede il 24 gennaio verrà inaugurata la mostra “Ricordi futuri” curata da Ermanno Tedeschi, cui sarà affidato l’ultimo appuntamento del corso che coinciderà con la visita guidata dei partecipanti all’esposizione: insieme si approfondiranno i contenuti artistici e “di memoria”.   Il programma del corso ospitato a Palazzo Mazzetti.   10 dicembre 2015, ore 17 – Franco Rabino, fotografo professionista: “Fragili memorie disperse. Fotografia, linguaggi visivi, archivi e documentazioni nel tempo della smaterializzazione delle immagini”. 16 dicembre 2015, ore 17 – Caterina Corbascio, psichiatra, direttore della Struttura Complessa di Psichiatria, Asl AT: “Mi richordo anchora: basi biologiche della memoria”   14 gennaio 2016, ore 17 – Valentina Pisanty, docente all’Università di Bergamo: “Usi e abusi della memoria. La Shoah, un esempio”   21 gennaio 2016, ore 17 – Enrico Pagano, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea per le province di Vercelli e Biella: Il bugiardino della memoria storica: istruzioni per l’uso, controindicazioni, effetti collaterali. La memoria della Resistenza”   4 febbraio 2016, ore 17 – Mario Renosio, direttore Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Asti: “Memorie divise: movimenti, terrorismo, lotta armata”   11 febbraio 2016, ore 17 – Nicoletta Fasano, ricercatrice Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Asti: “Le ‘memorie dimenticate’ tra usi pubblici e rimozioni”   18 febbraio 2016, ore 17: Ermanno Tedeschi, curatore di progetti d’arte: “Ricordi futuri – Arte per la memoria”