L’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano realizza in ottobre una serie di eventi di teatro, musica e memoria a conclusione del percorso di raccolta di testimonianze sul 2020, un anno che è di fatto storia.

Il progetto è realizzato con il patrocinio della Provincia di Asti ed il contributo della Regione Piemonte e della Fondazione CRAsti e della Fondazione CRT.

E’ attuato con la Rete Ecomusei Piemonte e il Laboratorio Ecomusei, in partnership con il nuovo Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.

Per la sua realizzazione è coinvolto lo staff artistico e scientifico dell’ARchivio TEatralità POpolare, sezione di lavoro della Casa degli alfieri.

Evento principale è una camminata teatrale dal titolo “Guarda che silenzio che c’è”, in forma itinerante per il pubblico. La parte teatrale, in tre tappe all’aperto, è una creazione dell’ ARchivio TEatralità POpolare e Faber Teater con otto attori e musicisti in scena; quella musicale, a cura di Joint Music.

Domenica 18 ottobre è in programma nel concentrico di Castagnole Monferrato (AT) in due orari: ore 15 e ore 17, a gruppi con prenotazione obbligatoria cell.3392532921.

Il ritrovo è nel cortile dei Camminatori di Domande dedicato a Luciano Nattino, in via al Castello, nel cosiddetto Ricetto nel nucleo più antico del paese. Luogo dove ogni anno si svolge “La Passiùn di Gesü Crist”.

All’indomani del lockdown, e in un momento in cui ancora permangono notevoli restrizioni alla vita sociale e affettiva, un gruppo di artisti – teatranti e musicisti – dopo una lunga fase preliminare di incontri a tu per tu con persone di tutte le età ed estrazioni, restituisce ora con un’esperienza poetica itinerante le informazioni, le suggestioni, le emozioni ricevute durante le giornate dedicate al progetto “Angoli d’Ascolto”, promosso dall’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano sul territorio di ambito. 

Il pubblico, in piccoli gruppi che rispettano le vigenti norme di sicurezza, è invitato a percorrere le tappe di un’ideale pellegrinaggio condotto dagli artisti. Il pellegrinaggio è tradizionalmente un cammino colmo di simbolismo, un rito di passaggio, uno spazio e un tempo per riflettere, per mettersi a confronto con se stessi. Dopo che un inaspettato e drammatico evento ha travolto la nostra società e il mondo intero, c’è bisogno di riordinare i pensieri; dopo tanto isolamento c’è bisogno di occasioni per rifare comunità, per condividere di nuovo, per aiutarsi a “metabolizzare” l’accaduto, sia personale che collettivo.

Ci sarà spazio per tutto questo, per un’esperienza attiva, che metterà in gioco le emozioni del pubblico presente, che proporrà a ciascuno di ripercorrere il proprio vissuto, momenti felici e momenti dolorosi. Sarà un viaggio all’aperto in tre tappe che condurrà all’ascolto delle vive parole raccolte dai testimoni sul territorio astigiano, così come di pagine di letteratura immortale. Di questo materiale si sono “nutriti” gli artisti in scena, che ora offrono la loro prospettiva poetica in cambio di quanto hanno ricevuto. Creare bellezza, in musica e parole, creare segni significativi per immortalare questo momento storico, al di là di ogni giudizio, celebrare gioie e fatiche quotidiane, dolori e paure, vicinanze e lontananze. 

“Un’esperienza collettiva e intima per ricordare chi se n’è andato via. Ricordare che tutti noi, anche se ammaccati, ci siamo ancora.” 

Commenta la presidente dell’Ecomuseo BMA, Elisabetta Serra: “Quelle che vengono messe in scena e messe in musica sono le nostre emozioni, i nostri sentimenti, le nostre parole per raccontarlo. Quello che vediamo, nelle tappe della restituzione, siamo noi.”

In scena Sebastiano Amadio, Marco Andorno, Lodovico Bordignon, Paola Bordignon, Patrizia Camatel, Lucia Giordano, Francesco Micca; musiche, canti e sonorizzazioni del Faber Teater e Marco Maturo.

Dopo un momento di pausa con un bicchiere di ruchè, ci sarà una quarta tappa di musica classica presso la Tenuta La Mercantile, con il Trio Quodlibet.

Il Trio Quodlibet è un trio d’archi composto da Mariechristine Lopez al violino, Virginia Luca alla viola e Fabio Fausone al violoncello. Lungo il loro percorso di studi avuto luogo in Svizzera, in Germania e a Cremona hanno ricevuto diversi riconoscimenti in concorsi internazionali. Nel 2017 hanno preso parte ad una tournée in Corea del Sud e da diversi anni calcano i palchi delle più importanti rassegne italiane ed estere. Diverse volte sono stati ospiti in diretta radio su RAIRadio3 e per i Concerti del Quirinale e sono stato il primo trio d’archi ad essere selezionato per il progetto europeo delle Dimore del Quartetto. 

Sabato pomeriggio 17 ottobre invece, a Berzano San Pietro nel punto panoramico San Pietro sulla sommità del paese, alle ore 16 lo spettacolo “Pinin e le masche” del Teatro degli Acerbi. Si svolgerà in un posto molto suggestivo, davanti alla chiesa cimiteriale edificata nell’XI secolo, oggi sconsacrata.

Si tratta di un monologo teatrale con Massimo Barbero, scritto da Luciano Nattino e liberamente tratto dal racconto di Davide Lajolo.

Pinin è un solitario abitatore dei boschi. Non torna più in paese da tempo. Ai pochi che riescono a trovarlo egli parla della sua vita, di un lungo viaggio, di un amore, di ricordi, di mondi possibili. E di “masche”, amiche e sconosciute, protettrici e crudeli. Per incontrare Pinin è necessario andare nei suoi luoghi, che sono distanti dalla civiltà, dai rumori dell’oggi. Dunque occorre innanzitutto camminare per piccoli sentieri e poi attendere in un luogo specifico, tra il fitto degli alberi, prendendo posto attorno a una torcia. E, se non si è troppo rumorosi o curiosi, lui, Pinin, potrebbe arrivare. È brusco, selvatico, non parla volentieri ma, se gli prende la vena buona, può parlare a lungo. Le sue sono storie di alberi, di uomini, di un amore lontano. Sono anche storie di guerre, di ricordi, di viaggi, di fughe. E sono, soprattutto, storie di masche, storie di quegli esseri che proteggono, a modo loro, la terra.

L’avvicinamento al luogo dello spettacolo potrà anche essere effettuato tramite un percorso, di circa 2 km, che passa prima attraverso una tartufaia, poi sale in una vasta area prativa (Pra di pus = prati dei pozzi), per poi raggiungere la sommità della collina di San Pietro (mt. 471 s.l.m) dopo aver costeggiato il bosco delle orchidee. Lungo il percorso si potrà ammirare la roverella inserita tra gli alberi monumentali del Piemonte, che è oggi purtroppo in precarie condizioni.

Ritrovo in piazza del Municipio ore 15,00 per chi vorrà fare la camminata, rientro dopo lo spettacolo con percorso breve. Al termine un dolce arrivederci a cura della Proloco.

Ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti, disposti secondo la normativa COVID-19.

Info: www.ecomuseobma.it www.archivioteatralita.it e su facebook e instagram.