Pier Giuseppe Accornero (La Voce del tempo) ha scritto l’interessante “Verso i settant’anni dalla morte di Umberto Rossi”, pubblicato su Gazzetta d’Asti la scorsa settimana. Accornero ricorda con dovizia di particolari l’eroismo, lo slancio pastorale e l’azione pacificatrice del vescovo di Asti durante i drammatici anni della seconda guerra mondiale.

Vorrei solo precisare dove egli afferma: «Mons. Rossi, che merita di essere ricordato perché è stato un “defensor urbis et civitatis” di prima grandezza, totalmente dimenticato dagli storiografi». Ecco, con questo finale: «totalmente dimenticato», mi sento ferito personalmente al cuore. Non corrisponde a verità e chi lo afferma non ha vissuto ad Asti e provincia negli ultimi vent’anni.

Quattro anniversari

Quest’anno, come ha ricordato bene Accornero, ricorre il 70.mo di morte di monsignor Rossi, definito la «Perla dell’episcopato piemontese». Nato a Casorzo Monferrato nel 1879 (in diocesi di Casale, ma all’epoca ancora provincia di Alessandria), Rossi morì ad Asti il 6 agosto 1952, il giorno della Trasfigurazione del Signore (come Papa Paolo VI nel 1978). Ma nel 2022, non è l’unico anniversario legato a Rossi.

Con la rubrica “La storia siamo noi” del 22 aprile 2022, abbiamo ricordato l’ingresso solenne di mons. Rossi nella diocesi di Asti il 3 luglio 1932 (90 anni fa), dopo circa 11 anni di episcopato a Susa. Nelle prossime settimane, sempre nella citata rubrica, ricorderemo altri due importanti avvenimenti: il Giubileo sacerdotale (1902-1952), celebrato con un Congresso Eucaristico (8 giugno 1952), e la consegna della medaglia d’oro Città di Asti e amministrazione provinciale per l’opera svolta da mons. Rossi durante la Resistenza e nelle calamità pubbliche (bombardamento aereo del 25 febbraio 1945 nel territorio della parrocchia di San Paolo e l’alluvione del 4 settembre 1948).

Tra i riconoscimenti, tengo gelosamente una lettera del prof. Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, del 31 gennaio 2006, dove a proposito di Rossi scrive: «apprezzo altamente il ricordo e il comportamento durante le persecuzioni».

Riporto adesso di seguito, e in breve, l’elenco delle principali manifestazioni culturali e realizzazioni editoriali avvenute in Asti e provincia dal 2002 al 2022 per commemorare mons. Umberto Rossi.

Le medaglie di Scalfaro e Ciampi

Con Decreto del Presidente della Repubblica in data 5 settembre 2003, Carlo Azeglio Ciampi concesse alla memoria di mons. Rossi la medaglia d’argento al merito civile. La documentazione con la richiesta di conferimento era stata inviata al Quirinale il 28 agosto 2002. La domanda era corredata da numerosi miei articoli pubblicati tra il 2000 e il 2002, che traevano fonti soprattutto dalla ricchissima tesi di laurea (Anno Accademico 1976-77) dal titolo “Clero e Resistenza nell’astigiano” di padre Pietro Sut con relatore il prof. Guido Quazza dell’Università degli Studi di Torino.

La medaglia a Rossi andava ad aggiungersi, a distanza di soli sei anni, alla medaglia d’oro al valor militare concessa, con D.P.R.17 maggio 1996, alla Provincia di Asti. Nella motivazione tale medaglia, che fu consegnata dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 16 maggio 1997 con cerimonia in piazza Alfieri, si può scorgere un’anticipazione delle ragioni di questa seconda medaglia assegnata in Asti: la nostra Provincia, tra l’altro, «schierò un clero generosamente a fianco degli oppressi».

Consegna in San Secondo (2004)

Domenica 2 maggio 2004 (Festa patronale di San Secondo), in una Collegiata affollata, al termine di una solenne concelebrazione presieduta dal cardinale Giovanni Cheli con tutto il capitolo della Cattedrale, il prefetto di Asti Giuseppe Urbano consegnò nelle mani del vescovo Francesco Ravinale la medaglia d’argento al Valor civile alla memoria di mons. Umberto Rossi. Cheli, originario di San Damiano, che fu allievo e assistente di Rossi durante la guerra («Lo portavo in giro per l’astigiano alla guida di una traballante Balilla», ha ricordato), fa parte del “triunvirato” astigiano al vertice del Vaticano, che comprende il cardinale Angelo Sodano, già Segretario di Stato (anch’egli ordinato sacerdote da Rossi nel 1950), e il cardinale Giovanni Lajolo, già a capo del Governatorato della Santa Sede. Il card. Cheli lesse la benedizione apostolica di Papa Giovanni Paolo II.

Primo libro (2005)

L’anno seguente, la Gazzetta d’Asti pubblica il libro “Mons. Umberto Rossi, la storia di un santo vescovo”. In apertura del volume il messaggio del cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano: «La dolce figura di Mons. Rossi rimane sempre dinanzi a me. È stato il Vescovo della mia formazione in Seminario e della mia Ordinazione presbiterale, in quel lontano 23 settembre del 1950. Non potrò mai dimenticare il suo cuore di Padre, con la proverbiale saggezza, che lo accomunava a molti uomini di Chiesa, i quali hanno grandemente onorato la nostra città. Asti gli deve molto per ciò che egli ha compiuto anche a pro della pace, della riconciliazione e della concordia dei suoi figli, nelle ore tragiche della guerra».

Fu presentato e distribuito durante la conferenza del 29 aprile 2005 tenuta Salone consiliare della Provincia di Asti. Moderò l’incontro Aldo “Cerot” Marello, con interventi e testimonianze di mons. Vittorio Croce (direttore Gazzetta d’Asti), del canonico Guglielmo Visconti (ricordò quando Rossi, l’8 luglio 1945, venne a San Paolo Solbrito ad ordinarlo sacerdote), Lucia Allara (sindaco di Casorzo Monferrato, che lesse la delibera di Giunta comunale con cui si re-intitolava la Piazza Parrocchiale in “Piazza Mons. Umberto Rossi”), Clelia Viazzi (vice sindaco di San Damiano, che consegnò una Targa d’onore ad Anna Monticone, 95 anni, staffetta di Azione Cattolica, che nell’ottobre 1944, rischiando la vita, si recò in bicicletta da San Damiano ad Asti, per avvisare il vescovo della retata dei tedeschi in paese), Anna Gagliardi (direttrice Telesubalpina), Patrizia Porcellana (insegnante e giornalista) e Guido Gabbio (insegnante e giornalista). Presenti tra il numeroso pubblico, anche due vescovi: Francesco Ravinale di Asti e Massimo Giustetti, emerito di Biella.

Beatificazione

Contemporaneamente all’uscita del libro, partì l’iniziativa per la richiesta di canonizzazione del vescovo Umberto Rossi. Sono attribuiti alla intercessione di Rossi una decina di casi di guarigioni inspiegabili, tra cui quelli di Ines Razzano (Castelvero di Piovà Massaja) e di Roberta Maria Dadone (Asti). 

Tra i primi firmatari a sottoscrivere il coupon, l’allora sindaco di Asti, prof. Vittorio Voglino. La raccolta firme proseguì in tutte le chiese della diocesi. Tantissimi fedeli ricordarono nei messaggi di essere stati cresimati da Rossi. Ci fermammo a 700 sottoscrizioni. Il faldone è custodito oggi in Curia vescovile dal diacono Natale Campanella, cancelliere.

Piazza a Casorzo con 3 vescovi

Sotto la pioggia battente, domenica 10 luglio 2005, a Casorzo Monferrato, ebbe luogo la cerimonia di intitolazione della ex Piazza Parrocchiale a mons. Umberto Rossi. Erano presenti tre vescovi: mons. Germano Zaccheo di Casale, dove mons. Rossi fu ordinato sacerdote nel 1902 e fu Canonico Teologo della Cattedrale per diciassette anni; mons. Alfonso Badini Confalonieri di Susa, dove mons. Rossi fu vescovo dal 1921 al ‘32; e mons. Francesco Ravinale di Asti, dove mons. Rossi fu vescovo fino al 6 agosto 1952. Il parroco di San Vincenzo, don Franco Cipriano, esclamò: «Tanti vescovi qui nella nostra chiesa non si erano mai visti».

Alle 9.30 il sindaco Allara e mons. Zaccheo procedettero allo scoprimento e alla benedizione della targa, la quale recita la seguente epigrafe: «Mons. Umberto Rossi / Vescovo / Medaglia d’oro Città di Asti / Medaglia d’argento Valor Civile / Casorzo, 1879 – Asti, 1952».

Rientrati all’interno della chiesa parrocchiale, i tre vescovi commentarono brevemente la figura del compianto vescovo, cui seguì, puntuale, a cura del vicario generale della Diocesi di Asti, mons. Vittorio Croce, l’orazione ufficiale, la quale partendo dall’analisi delle lettere pastorali toccò alcuni punti cari al vescovo Rossi: la dottrina sociale, la formazione cristiana, l’istruzione parrocchiale e l’azione cattolica. Infine, il sottoscritto lesse il Testamento Spirituale di mons. Rossi, il quale fu steso durante le fasi concitate della guerra civile italiana, di ritorno da uno di quei viaggi drammatici che il vescovo compì per trattare la liberazione di prigionieri e la salvezza di paesi. Sulla strada di Mombercelli, infatti, rischiò di essere ucciso da una bomba a mano che un partigiano, ignaro della missione del vescovo, stava per lanciare sulla macchina. Un raggio di luna provvidenziale illuminò la croce pettorale del vescovo ed evitò una tragedia. Era il 31 agosto del 1944. Mons. Rossi quella sera giunse ad Asti dopo la mezzanotte, scrisse il suo testamento e rinnovò l’offerta al Signore della vita per le anime affidate alle sue cure.

Secondo libro e un video (2015)

Nel 70° anniversario dalla Liberazione dal nazifascismo, venne pubblicato il nuovo libro di mons. Guglielmo Visconti, storico e decano dei preti della diocesi: “L’episcopato di Monsignor Umberto Rossi, 1932-1952” (Ed. Gazzetta d’Asti). Il volume fu presentato nel salone del Seminario, venerdì 9 ottobre 2015, da mons. Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti e vicario generale della diocesi, e da Mauro Forno.

La presentazione fu accompagnata dalla visione di un documento filmato d’epoca, commentato da don Francesco Cartello: la Visita Pastorale a Mombercelli del 26 giugno 1946. Nelle suggestive immagini in bianconero l’atmosfera di quegli anni dell’immediato dopoguerra nei nostri paesi, quando la visita del Vescovo era un evento. La figura solenne e bonaria di monsignor Rossi, con accanto il nipote-segretario canonico Mario Scarabello e tutti i sacerdoti della Valtiglione, appare poi nella chiesa parrocchiale, nell’atto della Benedizione eucaristica e, il giorno seguente, della Cresima. Cogliamo il vescovo anche in un evento inusuale durante le Visite: l’ordinazione sacerdotale di un sacerdote dei Giuseppini del Murialdo.

Un racconto all’anno

In questi ultimi vent’anni sono apparsi articoli anche su Avvenire e L’Osservatore Romano. Dal 2019 al 2021, in tutti i nuovi libri dell’editore De Ferrari di Genova – “Racconti Astigiani” (2019), “Segreti di Asti” (2020), “Trilogia Astigiana” e “Asti noir” (2021) – c’è un racconto dedicato a mons. Umberto Rossi. Insomma, uno dei vescovi più ricordati e commemorati nella storia.

Stefano Masino