Sabato 28 dicembre, un gruppo di 60 giovani e 110 adulti, accompagnati dal Vescovo Marco, è partito da Milano in direzione di Tel Aviv, per vivere un pellegrinaggio in Terra Santa ‘suoi Suoi passiʼ. Partendo da Nazareth, per arrivare a Gerusalemme, passando per Betlemme, i pellegrini avranno la possibilità di rivivere i luoghi della vita di Cristo, tra cui Cana, il Monte Tabor, il Monte degli Ulivi, Cafarnao, il Mar Morto, la Grotta della Natività, il Muro del Pianto.

Il sesto giorno la sveglia è suonata alle cinque. I giovani hanno lasciato lʼhotel di buon mattino, per arrivare al Santo Sepolcro presto ed evitare attese infinite. E così è stato. Una volta lì, hanno avuto tempo per osservare la Basilica della Risurrezione da fuori, per inginocchiarsi, baciare e pregare dinnanzi alla pietra dalla Deposizione, posta subito allʼingresso. Subito dopo sono saliti sul Golgotha e, miracolosamente e fortunatamente, hanno avuto il tempo per osservare e leggere individualmente la Parola nel luogo in cui Gesù è stato crocifisso. In seguito sono scesi nella cappella dedicata alla sepoltura di Adamo: la leggenda, infatti, narra che questʼultimo sia stato seppellito nel Golgotha, creando così un collegamento tra il Primo Uomo e il Salvatore. In seguito si sono messi in coda per il Santo Sepolcro vero e proprio, luogo in cui sono entrati poco dopo. Hanno avuto la possibilità di accedere quattro persone per volta e sono stati allʼinterno per circa dieci secondi. Nel Sepolcro mancava lʼaria, ma i giovani, contrariamente alla situazione, sono stati inondati di vita. Durante lʼattesa, i ragazzi sono stati accompagnati dalla guida Habib, che ha raccontato loro la storia della Basilica, detta Anastasys cioè luogo della Risurrezione. Ha anche detto loro come, in quel luogo, è come se si sentissero le pietre parlare, proprio a noi. Ha poi spiegato loro come il lenzuolo con cui Gesù fu avvolto, dopo la Risurrezione, venga trovato piegato, come se non fosse stato usato; il telo viene paragonato al velo con cui Mosé si copriva il volto quando andava a incontrare Dio, per non vederLo; Gesù, però, ha tolto il velo e ora tutti noi possiamo vedere Dio. Successivamente hanno partecipato alla messa celebrata dal Vescovo Marco, che ha spiegato come paura costante dellʼuomo sia la morte, che attanaglia gli esseri umani dalla giovinezza alla vecchiaia. Gesù, però, in quel luogo, sconfigge la morte, la abbraccia talmente forte da farla morire. Dice anche come spesso si veda la Risurrezione in maniera distorta: si pensa a questa come a un rivivere la vita di adesso un poʼ migliorata, ma non è così: Risurrezione è rinascere a vita nuova, che è la vita di adesso, ma senza le preoccupazioni e i limiti quotidiani di tempo e spazio, per esempio. Perché Gesù ha già tolto la pietra, ha già rimosso il masso di angoscia che abbiamo sul petto e sul cuore. Dopo hanno visitato la grotta in cui SantʼElena, madre dellʼimperatore Costantino, ritrovò la Croce. In tarda mattinata, hanno visitato la Spianata delle Moschee tra cui spiccava la Cupola della Roccia con i suoi meravigliosi colori vivaci. Subito dopo si sono recati dinnanzi al Muro al Pianto. Divisi in maschi e femmine, si sono avvicinati allʼultima parete del Tempio, distrutto nel 70 d.C., dove hanno potuto contemplarlo, pregare e infilare le loro preghiere su foglietti arrotolati nelle fessure del Muro. Dopo il pranzo, il pomeriggio è stato dedicato allo shopping sfrenato. Tra mille bancarelle, odori e luci si è fatta sera e i giovani hanno fatto rientro allʼhotel a Betlemme, per cenare e riposarsi, per prepararsi allʼultima giornata di visita.

Alessia Volpicelli