Il commento alla Parola di domenica 2 giugno 2019 (Solennità dell’ascensione) a cura di padre Gerardo Bouzada.

Il mistero avvolto nel paradosso

Gesù ricorda ai discepoli l’intero mistero pasquale che dovranno predicare insieme alla conversione e al perdono dei peccati. Per essere costituiti testimoni del Risorto, i discepoli hanno dovuto cambiare il sogno di un Messia potente e trionfalista e accettare la realtà di un Messia crocifisso. Gesù aprì le loro menti per comprendere le Scritture.
Lo Spirito Santo a Pentecoste aprì totalmente gli apostoli alla fede e all’accettazione dell’intero mistero pasquale. Così San Paolo ha predicato il paradossale mistero della croce: “E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio”.

Gesù è salito al cielo

L’Ascensione è la piena glorificazione di Gesù ed è anche la garanzia della nostra glorificazione. La vita di Gesù, scendendo nelle profondità della condizione umana, è il gesto più eloquente ed efficace per indicare la strada che dobbiamo percorrere: scendere per essere elevati. Dobbiamo attraversare la croce per raggiungere la luce.
Il paradiso è godere pienamente dell’amore e della vita che Gesù risorto ci dona. Dobbiamo trasformare la terra in cielo, la nostra realtà quotidiana in una vita piena e gioiosa. La speranza cristiana ci fa guardare la terra per lavorare per la sua trasformazione.
Gesù è sempre con noi. Sta portando le nostre croci, le nostre debolezze, i nostri limiti. Con lui ci sentiamo forti e sicuri. Impariamo a “vedere” con altri occhi ciò che ci accade, a trasformare la nostra tristezza in gioia, i nostri limiti nella speranza e nella fiducia, il nostri peccati in virtù.

LETTURE: At 1, 1-11; Sal 46; Eb 9, 24-28; 10, 19-23; Lc 24, 46-53