giovanni pensabene“La parola magica da spendere per chi vuole proporre nuove speculazioni edilizie è “Housing sociale”, ovvero la costruzione o la messa a disposizione di alloggi a prezzi calmierati rispetto a quelli di mercato per lenire il dolore sociale del fabbisogno abitativo. Facendo finta di ignorare che la gran parte di coloro che vivono questa condizione di emarginazione non sono in grado di sostenere neanche gli affitti calmierati. Del resto la finalità di questi falsi filantropi non è quella di lenire le sofferenze altrui ma quella di arricchire i propri forzieri. Stupisce che tra quanti intraprendono questa strada della solidarietà “pelosa” figurino Enti riconducibili alla Chiesa Cattolica, sordi al grido dello stesso Pontefice che nell’autunno scorso ammoniva a non considerare i conventi chiusi come potenziali alberghi per fare soldi ma di usarli per accogliere gli immigrati. Accoglienza in cui, peraltro, si è ben distinta anche negli ultimi mesi la Chiesa Astigiana, il che  fa aumentare ulteriormente lo stupore nel leggere sul sito del Comune di Asti la “proposta di modificazione concertata di destinazione urbanistica nel vigente PRGC” avanzata dall’Istituto della Consolata.

L’Istituto propone al Comune di variare la destinazione urbanistica di due particelle di terreno, attualmente coltivate a seminativo, che costituiscono un corpo unico di 6,16 ettari (61.600 mq). La munifica proposta assegnerebbe al Comune ben 38.000 mq da destinare oltre che a servizi pubblici e verde anche per la costruzione di servizi di interesse generale, quale ad esempio un edificio di culto (è scritto nella proposta). Oltre 20.000 mq sarebbero a disposizione di cooperative o ATC per edilizia sociale, non popolare comunque. Come “ristoro” l’Istituto chiederebbe di destinare ad edilizia residenziale solo (si fa per dire) 9.000 mq per costruire 18.000 metri cubi di alloggi, circa 100 alloggi di 75 mq, per un valore di mercato oscillante tra i 10 e i 12 milioni di euro, che dedotte le spese di costruzione lasciano un margine di utile netto stimabile in circa 5 milioni di euro! Non c’è che dire, bella la solidarietà! In questo caso, soprattutto redditizia. Eh sì, molto redditizia! Sei ettari di seminativo irriguo nella pianura astigiana hanno un valore di mercato stimabile tra i 200 ei 250.000 euro. Con un tocco di solidarietà questo valore si può moltiplicare 20 volte, con l’aggiunta magari di un edificio di culto realizzato a spese del Comune! Sicuramente Gesù scacciò i mercanti dal tempio, ma qualche angolo del tempio deve essersi impregnato del loro senso degli affari e, ogni tanto, riaffiora!”

 

                                        Giovanni Pensabene