La Corte Suprema ha confermato la condanna a 30 anni per Michele Buoninconti, per l’omicidio della moglie Elena Ceste. Una sentenza che ricalca quelle di primo e secondo grado. La donna, madre di quattro figli, era scomparsa dalla sua casa di Motta di Costigliole il 24 gennaio 2014,  il suo corpo è stato trovato otto mesi dopo, l’ottobre successivo, lungo le sponde del Rio Mersa, a meno di un chilometro da casa.

In aula grande assente Buoninconti; al suo posto il fratello e la cognata accompagnati dall consulente di primo grado Ursula Franco.

I legali della difesa, gli avvocati Giuseppe Marazzita ed Enrico Scolari, avevano chiesto l’annullamento della sentenza d’Appello sostenendo che mancassero le prove di un omicidio. Ribadendo l’innocenza del loro cliente (in carcere a Saluzzo) hanno anche in Cassazione il pool ha sostenuto la tesi di un incidente. Elena Ceste sarebbe morta per una caduta accidentale proprio nel canale dove fu poi ritrovato il suo corpo. Nessun omicidio, quindi, ma un caso fortuito, in seguito a una crisi psicotica che avrebbe colpito la giovane madre.

Una tesi non accolta dalla Cassazione che ha confermato la condanna.