“Purtroppo non vi è niente di occasionale, niente di sconvolgentemente anomalo, nelle immagini terribili del bimbo strappato dal suo banco di scuola, trascinato piangente e quasi incapace di respirare su un marciapiede, quindi sbattuto dentro un’auto della polizia. In quei gesti di ordinaria e folle violenza, c’è il segno di un degrado profondo, quello di una società che è diventata pedofoba, che odia i bambini perchè dovrebbero rappresentare il futuro e il futuro non deve e non può esistere”. E’ quanto afferma Paolo Crepet, a proposito del video diffuso dalla trasmissione Rai Chi l’ha visto? nei giorni scorsi e rimbalzato su tutte le prime pagine della stampa, in la tv, sul web. “ Gli agenti di polizia, quelli stessi che infieriscono con arroganza sul normale cittadino per consentire al mafioso di coprirsi il volto per sfuggire alle telecamere – prosegue – sono lo specchio di un tessuto sociale che si sta sfaldando come una cancrena, un tessuto dove le coppie non si riproducono perchè i bambini sono scomodi, dove al ristorante anche solo la risata di un bimbo, per non parlare del pianto, suscitano reazioni schifate. Purtroppo ciò che è accaduto in quella scuola, su quel marciapiede non è un eccezione in un paese che sta ogni giorno di più affondando nella rabbia, nell’oppressione e che non può permettersi il lusso di un futuro”. Sulla questione è intervenuto anche il sindacato Spir di Asti che sulla pagina Facebook ha scritto: “Per i fatti accaduti a Cittadella di Padova, dobbiamo intervenire al ministero perché i colleghi siano preparati ad affrontare queste situazioni partendo da nuovi metodi e materie di aggiornamento. Non serve quello attuale e poi in certi settori particolarmente delicati come uffici e sezioni minori ci deve essere personale particolarmente preparato con una formazione esterna all’amministrazione e dotato di sensibilità fuori dal comune”.