Incontri tra i giovani sulle malattie sessualmente trasmesse, in aumento negli ultimi anni, per parlare di prevenzione e accrescere la consapevolezza dei rischi di infezione. E’ piaciuta ai sindaci astigiani, riuniti da Mariangela Cotto nel reparto Malattie Infettive diretto dal professor Alberto Biglino, l’idea di organizzare momenti di informazione e formazione sul territorio, raccogliendo la disponibilità dei collaboratori del Centro di prevenzione e cura dell’ospedale Cardinal Massaia.
All’incontro organizzato dalla vicepresidente del Consiglio regionale hanno aderito oltre cinquanta tra sindaci e amministratori provinciali; erano presenti, oltre ad Alberto Biglino, il direttore generale dell’Asl, Luigi Robino e il direttore dell’ospedale Donatella Ciaceri.
“i – ha detto Biglino – con linguaggi informatizzati e strumenti di comunicazione moderni, è più facile parlare di prevenzione, di Aids o di malattie veneree, e rispondere a dubbi e domande. Sfatando false convinzioni e correggendo comportamenti sbagliati, ancora molto diffusi tra gli adolescenti”.
Un’esigenza condivisa dagli amministratori, che di fronte a un aumento del 15% dell’Hiv, in Piemonte negli ultimi cinque anni, hanno sottolineato la necessità di una maggiore informazione sul tema e l’esigenza di far conoscere le possibilità offerte dalla rete sanitaria locale. Ad esempio la presenza, ornai da cinque anni, di un Centro accreditato per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie sessualmente trasmesse, un ambulatorio che garantisce, senza l’impegnativa del medico, gratuitamente e in forma anonima, un colloquio o una visita specialistica. Una risposta anche per i giovani che hanno avuto rapporti sessuali a rischio.
“Con questa proposta – ha sottolineato Cotto – si crea un rapporto diretto tra gli amministratori astigiani e la struttura sanitaria, un legame fondamentale per migliorare l’educazione sanitaria, utilizzando al meglio le eccellenze del Cardinal Massaia. Le competenze dei sindaci, d’altronde, sono sempre maggiori anche in campo sanitario. Oggi sono chiamati a stabilire orari e limiti sul consumo di bevande alcoliche, il cui abuso può costituire un fattore di rischio molto alto anche tra i più giovani Per questo è importante accrescere le competenze degli amministratori e fornire loro strumenti concreti per lavorare in rete sul territorio”.