SONY DSCUn anziano che dice: “Questa è la foto che non avrei mai voluto fare”, una donna che rabbrividisce,  “sento ancora il freddo di allora nelle ossa”. E un giovane che si riconosce e sorride: nell’immagine   ha vent’anni di meno, è un bambino di 12 anni ritratto con il suo cane meticcio, Ercolino. “Ero   andato – ricorda Davide Sobrino – a un’esposizione di animali per ricordare quelli morti nella piena.   Io il mattino del 6 novembre mi sono svegliato e da casa mia, in collina, ho guardato il paese basso:   era un lago”. Sfilano i ricordi nelle cinquanta fotografie della mostra ”I volti del 1994” inaugurata   sabato a Castello di Annone, prima tappa della rassegna “Un capogiro d’acqua”. In sala, mentre   parla il sindaco Valter Valfrè, ci sono anche il primo cittadino di Rocchetta Tanaro, Elsa Aliberti, e   il vicesindaco di Cerro, Daniela Drago. La mostra raccoglie anche foto dei loro paesi.   Chi riconosce altri e chi si ritrova nelle immagini scattate dai fotografie de La Stampa: commenti,   narrazioni, silenzi che dicono molto. Chi vorrà, tornerà sabato 18 ottobre, alle 21 nel Salone   Comunale, per l’incontro “I volti del 1994 si raccontano”, serata di testimonianze per partire da   quel momento buio e spiegare quando si è riaccesa la luce e che cosa è cambiato in questi vent’anni.   Interverranno il sindaco di allora, Alessandro Valenzano, e quello di oggi Valter Valfrè, per fare   il punto sulla messa in sicurezza del territorio. L’incontro sarà moderato dalla giornalista Laura   Nosenzo, coordinatrice della rassegna per conto dell’Associazione culturale Comunica e Israt,   che l’hanno ideata e la organizzano con il patrocinio dei Comuni di Castello di Annone, Asti   (Assessorato all’Ambiente), Canelli, Castagnole Lanze, Cerro Tanaro, Costigliole, Isola d’Asti,   Rocchetta Tanaro. Collaborano La Stampa, Associazioni Memoria Viva, Valle Belbo Pulita e   Nuovo Cinema Canelli, Ordine degli agronomi e forestali di Asti, Banca d’Alba.  Significativo l’apporto che gli annonesi hanno dato alla mostra, ingentilita dai materiali del Tanaro   (pietre, rami di salice, legni): spiccano tra tutti gli oggetti alluvionati, con il fango che resiste su   una bicicletta ormai arrugginita, bottiglie prigioniere della melma, tuttora visibile sul nastro azzurro   della bandiera del Comune. E poi la bilancia a mano, ancora piena di pezzi di fango che chi ha   subito la piena non ha voluto gettare via.   Ancora durante l’incontro c’è stato chi è arrivato con le foto di allora, da mettere nella sezione delle   immagini fornite dagli abitanti, mentre i bambini di vent’anni fa si fanno sentire attraverso poesie   e racconti in cui parla il Tanaro (“Sono stufo di ingoiare/cose tossiche e amare/Sono costretto   a rigettare/tutto ciò che mi fa male) o amplificano le paure dei grandi: “Alla radio dicono che a   Rocchetta è caduto il ponte e tutte le case sono sparite”.  Nel Salone Comunale, la mostra resterà aperta fino al 19 ottobre: domani (martedì) ore 10-12,   venerdì 21-22.30, sabato 10-12/20.45-22.30, domenica 10-12. Ingresso libero.