teleriscaldamentoIl teleriscaldamento ridurrà molto l’inquinamento anche nella zona del nuovo ospedale, dove sarà installata la centrale. È stata questa risultanza di maggior interesse dello studio di impatto ambientale, presentato ieri sera agli abitanti della zona del Don Bosco, nel salone del cinema Lumiere. Se è ovvio che il teleriscaldamento ridurrà le emissioni in tutta la città, qualcuno aveva sollevato il timore che potesse invece aumentarle nella zona in cui è prevista l’installazione della centrale unica. Accadrà invece il contrario, poiché il nuovo impianto sarà più moderno e quindi, se anche produrrà più energia, perché servirà anche i condomini della città, produrrà meno immissioni dell’attuale centrale termica dell’ospedale. Con riferimento alla sostanza più importante dal punto di vista dell’inquinamento prodotto dal gas metano, gli ossidi di azoto, infatti, la produzione sarà sostanzialmente dimezzata da circa 7.500 dell’attuale centrale a circa 3.500 tonnellate all’anno che saranno emesse dal nuovo impianto. Lo studio di impatto ambientale è stato illustrato dal Prof. Palo Montrucchio del Politecnico di Torino e sarà ora sottoposto agli organi competenti per la valutazione di impatto ambientale. Questi risultati straordinari dal punto di vista ambientale, ha spiegato il prof. Montrucchio, sono resi possibili dal fatto che l’impianto sarà dotato dei più moderni sistemi tecnologici esistenti al mondo, tra cui dei “catalizzatori” che nessuna caldaia di teleriscaldamento ancora adotta in Italia. Il fatto che il progetto di Asti è un vero gioiello tecnologico è stato confermato anche da Francesco Profumo, presidente di Iren e già rettore del Politecnico di Torino. Il sindaco Fabrizio Brignolo, che ha voluto presentare i dati innanzi tutto  proprio agli abitanti del quartiere in cui sorgerà l’impianto, ha risposto alle domande dei cittadini anche relative alle tariffe: “nessuno sarà obbligato ad allacciarsi, quindi il teleriscaldamento dovrà proporre costi competitivi per convincere gli utenti ad abbandonare le attuali caldaie tradizionali e, per evitare che in seguito le bollette aumentino, il comune ha imposto che siano praticate sempre tariffe uguali ai nuovi e ai vecchi clienti, in modo che questi ultimi siano tutelati”. L’illustrazione del progetto è stata condotta da Massimo Cimino e Flavio Dglione, dell’Asp che hanno illustrato i dettagli dell’opera che comporta un investimento di circa 45 milioni di euro: “una boccata d’ossigeno per l’economia astigiana, se si considera che in edilizia, l’incidenza della manodopera è tra il 35 e il 55 per cento: quindi saranno tra i 17 e i 20 milioni di euro in stipendi” ha commentato il sindaco Brignolo. Dall’illustrazione del progetto è emerso che è la centrale non sarà collocata, come ipotizzato in un primo tempo, nella zona in cui pascolano gli asini, che quindi non saranno “sfrattati”, ma a fianco della rotonda di accesso dei fornitori all’ospedale. Contestualmente alla proposta di allacciamento al teleriscaldamento verrà offerto ai condomini uno studio per la coibentazione dei fabbricati per ridurre la necessità di consumo energetico: investimenti che possono anche esse finanziati dagli istituti di credito e quindi dare ai cittadini benefici economici immediati, a fronte di un’opera di riqualificazione del fabbricato pagata ratealmente con il risparmio ottenuto in bolletta.