Pubblichiamo il diario di viaggio della nostra collaboratrice Bianca Vercelli in cammino verso Santiago di Compostela

Giorno 3: Esposende-Viana do Castelo

Oggi giornata di insegnamenti importanti: 1. Mai sottovalutare un piccolo dolore al tallone, potrebbe trasformarsi in una tendinite. E infatti… Voltaren e si spera che passi! 2. Mai perdersi in chiacchere quando si sta attraversando un paesino pieno di bivii, potresti non accorgerti di dover svoltare. Più volte, anche. 3. Mai ordinare il baccalà alla portoghese se l’unica cosa che proprio non riesci a mangiare è il prezzemolo, perché il sopraccitato pesciolino ti arriverà interamente cosparso di quella simpatica erbetta verde. E quando dico interamente, intendo proprio interamente. 4. Non si è mai troppo giovani per il Cammino, né troppo stanchi o troppo pigri. La strada si può percorrere anche a 8 anni, con un piccolo zainetto e un pallone da calcio in mano.
Questi tre sacri insegnamenti ci sono stati impartiti durante un bellissimo percorso di 25 km (tappa più corta, per fortuna per la mia caviglia!) tra boschi, ponticelli sopra fiumi, piccole cittadine e silenziosi campi coltivati. Io e Matteo, il mio amico e compagno di viaggio, abbiamo sancito un tacito accordo secondo il quale oggi avremmo rispettato il silenzio di quei boschi, lasciando le parole al momento dell’arrivo all’ostello. Sono questi alcuni dei momenti del Cammino che preferisco, quando i pensieri iniziano a viaggiare e con la mente ti ritrovi a riflettere su cose a cui non potresti pensare se non qua, con un pesante zaino sulle spalle e tanta strada davanti. E alla fine della giornata di cammino (che per i pellegrini arriva verso le 14) ti ritrovi in un conviviale gruppo di persone di ogni nazionalità, così diverse ma allo stesso tempi simili, che hanno deciso come te di andare avanti solo grazie alle proprio gambe. E, paradossalmente, ti ritroverai in un ostello da 60 posti a dormire su un materasso alto tre dita ma sarai felice lo stesso.

Giorno 3: Esposende-Viana do Castelo

Oggi giornata di insegnamenti importanti: 1. Mai sottovalutare un piccolo dolore al tallone, potrebbe trasformarsi in una tendinite. E infatti… Voltaren e si spera che passi! 2. Mai perdersi in chiacchere quando si sta attraversando un paesino pieno di bivii, potresti non accorgerti di dover svoltare. Più volte, anche. 3. Mai ordinare il baccalà alla portoghese se l’unica cosa che proprio non riesci a mangiare è il prezzemolo, perché il sopraccitato pesciolino ti arriverà interamente cosparso di quella simpatica erbetta verde. E quando dico interamente, intendo proprio interamente. 4. Non si è mai troppo giovani per il Cammino, né troppo stanchi o troppo pigri. La strada si può percorrere anche a 8 anni, con un piccolo zainetto e un pallone da calcio in mano.
Questi tre sacri insegnamenti ci sono stati impartiti durante un bellissimo percorso di 25 km (tappa più corta, per fortuna per la mia caviglia!) tra boschi, ponticelli sopra fiumi, piccole cittadine e silenziosi campi coltivati. Io e Matteo, il mio amico e compagno di viaggio, abbiamo sancito un tacito accordo secondo il quale oggi avremmo rispettato il silenzio di quei boschi, lasciando le parole al momento dell’arrivo all’ostello. Sono questi alcuni dei momenti del Cammino che preferisco, quando i pensieri iniziano a viaggiare e con la mente ti ritrovi a riflettere su cose a cui non potresti pensare se non qua, con un pesante zaino sulle spalle e tanta strada davanti. E alla fine della giornata di cammino (che per i pellegrini arriva verso le 14) ti ritrovi in un conviviale gruppo di persone di ogni nazionalità, così diverse ma allo stesso tempi simili, che hanno deciso come te di andare avanti solo grazie alle proprio gambe. E, paradossalmente, ti ritroverai in un ostello da 60 posti a dormire su un materasso alto tre dita ma sarai felice lo stesso.