1517659_243063459203915_1102474517_nPiccoli doni di Natale, a volte, arrivano anche dalla rete. Scaldano il cuore e fanno sorridere e stavolta è stata la pagina Facebook del nostro settimanale a fare da tramite per far rinascere un’amicizia. Marie-Annick Barker, da Bordeaux, qualche settimana fa ci lasciava tra i messaggi questa richiesta: “A long time ago, Renata Sorba, from Asti, was an au pair in London, chez nous, Peter et Marie-Annick Barker. Our son, William, is now priest and in Rome. I am sure Renata would like to know the and our son would be happy to hear from her. Could you please forward this message to her. We now live in France. The old address is not good anymore. Merci and I wish you a very happy new year”. Detto fatto: comunichiamo a Renata il nuovo recapito che la signora Barker ci ha lasciato e i loro contatti sono ripresi come un tempo. “Con commozione e gioia ho subito risposto alla signora – spiega Renata Sorba -. Da quel giorno abbiamo avuto uno scambio di e-mail intenso e ci siamo anche sentite telefonicamente”. “Ho conosciuto la famiglia Barker nei primi anni ’80 – ricorda Renata -. Ero a Londra per studi già da qualche tempo e per mantenermi mi ero rivolta a una agenzia per trovare una famiglia che mi ospitasse. I Barker, Marie-Annick, Peter, e i due bambini – Sophie, di un 11 anni, e William di 9 –  abitavano a Alleyn Road, nel sud di Londra. Sono stata per più di un anno presso la loro casa e mi sono occupata esclusivamente  dei bambini. Marie-Annick mi dava quotidianamente indicazioni, con un’agenda, che consultavo e adempivo a tutte le cure e le attività dei ragazzi. L’impegno consisteva nel preparare la colazione, accompagnarli a scuola, dargli la merenda, e se occorreva, affiancarlo nelle attività sportive e ricreative. Mi sono trovata subito bene con loro. Avevo una mia stanza all’ultimo piano della casa dove potevo studiare e svolgere i miei hobby e/o ricevere amici. Ma il legame con loro era talmente forte e intenso che molto spesso passavo con i bambini anche il sabato, il mio giorno libero. Ricordo le nostre passeggiate ai parchi e le visite a Covent Garden per acquisti. Sophie privilegiava acquisti di cartoleria e oggettistica, mentre William era un appassionato di magia. Passavamo ore e ore nei negozi specialistici per scegliere le novità e i giochi del momento. Marie-Annick, francese, originaria di Bordeaux, donna molto raffinata, si occupava di moda, mentre Peter, inglese, era un dirigente in un ufficio della City. Ho un bellissimo ricordo di quel periodo con loro, non potrò mai dimenticare la loro preferenza per la pasta alla carbonara, che cucinavo loro con piacere, o la richiesta di Peter di stirargli le camicie ogni qualvolta che si doveva recare per un viaggio di lavoro, perché le stiravo meglio della donna addetta alle attività domestiche. A volte dovevo fare babysitting serale, perché Peter  e Annick si ritrovavano con amici per una partita di bridge. Un’estate tutta la famiglia si recò in vacanza in Francia e, con grande mia sorpresa, mi lasciarono la possibilità di stare nella loro casa e di invitare gli amici. Per me fu un’occasione d’oro per ricevere ospiti dall’Italia e passai dei giorni memorabili. Dovetti lasciare la famiglia per rientrare in Italia. Ricordo che il distacco fu molto doloroso. Ci tenemmo in contatto per un po’ di tempo. Quando tornai dopo un paio di anni, come turista, appresi che la famiglia si era trasferita a Bordeaux, paese di origine di Marie-Annick. I contatti si interruppero”. “Qualche giorno fa ho sentito padre William. Mi ha fatto molto effetto sentirlo parlare italiano e rievocare con lui episodi e aneddoti piacevoli al telefono. Vive a Roma, presso la confraternita SS. Trinità del Pellegrino, mentre Sophie vive a Washington col marito Dan e hanno tre splendidi bambini. I coniugi Barker, ritirati dal lavoro, trascorrono molto tempo a trovare la figlia in Usa e il figlio in Italia e si concedono altre mete turistiche. Averli ritrovati dopo 30 anni è stata un’emozione grande. Ho ritrovato in loro la sensibilità che già conoscevo e partecipazione nel conoscere la mia storia personale: mi hanno conosciuta vedente e mi ritrovano non vedente. Sono certa che ci incontreremo presto e il fatto che ci siamo ritrovati dopo tanti anni è la prova che avevamo conservato un bel ricordo ed era giusto che il destino ci riunisse di nuovo. Ringrazio la redazione della Gazzetta d’Asti per avermi permesso di raccontare questa bella storia”. MN