L’arrivo del vescovo ortodosso romeno Siluan, responsabile della diocesi che si estende in tutta Italia comprendente circa 240 parrocchie per un complessivo di oltre un milione di fedeli, era stato fissato soltanto a notte fatta di martedì per realizzarsi nella mattinata di mercoledì 29, per gli astigiani festa di San Secondo. Giornata storica per gli ortodossi romeni astigiani che hanno siglato mediante il loro vescovo Siluan e il parroco Marius la convenzione per l’uso stabile della chiesa di Santa Maria Nuova, fissata per la durata di dieci anni. Dopo la firma del comodato d’uso nella sala Malabaila dell’episcopio astigiano sotto la presidenza del nostro vescovo Ravinale che lo aveva concesso in spirito di fraternità ecumenica, i due vescovi con l’accompagnamento di un vero stuolo di pope romeni si sono recati nella chiesa del centro città. Secondo la convenzione firmata dai due vescovi e dai due parroci (da parte cattolica don Giuseppe Gallo), la chiesa di Santa Maria Nuova, una delle più antiche della città, resterà aperta alla preghiera e alla visita turistica di tutti. Importante per questo secondo aspetto la pala d’altare di Gandolfino da Roreto, una preziosa tavola rappresentante la Risurrezione, ma anche il doppio gigantesco affresco ai lati del presbiterio. La casa canonica sarà pure ad uso degli ortodossi romeni, naturalmente con l’impegno di conservazione ed eventuali restauri come per la chiesa, che fra dieci anni tornerà in pieno uso della parrocchia o comunque della diocesi. “Un gesto di fraternità che ci costa non poco – ha ribadito il nostro vescovo – ma che pensiamo possa contribuire a un vero cammino ecumenico nella fede comune e nel comune impegno sociale”. Cosa di cui hanno ringraziato ampiamente il vescovo Siluan e il suo clero nella stessa prospettiva ecumenica, a favore delle due migliaia di fedeli ortodossi romeni residenti nel comune di Asti e immediati dintorni. Per un cammino fraternamente convinto e convincente. L’articolo completo sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 31 marzo 2017.