L’Asl di Asti si distingue per un impegno concreto nella ricerca applicata alla medicina d’urgenza e intensiva, con studi che hanno coinvolto anche reti internazionali e multicentriche, affrontando tematiche cruciali come la ventilazione non invasiva, la sepsi e l’evoluzione delle terapie intensive durante la pandemia.
Uno dei progetti più innovativi è NAVIGATE, studio internazionale pubblicato nel 2025 sul British Journal of Anaesthesia, che ha coinvolto anche l’equipe di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Cardinal Massaia. La ricerca ha dimostrato che, nei pazienti con insufficienza respiratoria lieve, la ventilazione non invasiva precoce nei reparti di degenza (anziché in terapia intensiva) riduce significativamente la progressione verso forme gravi di insufficienza respiratoria. I pazienti trattati con questa modalità hanno avuto un rischio ridotto del 35% di peggioramento clinico rispetto al trattamento standard, senza differenze in termini di complicanze o mortalità. Un risultato che valorizza l’efficacia delle cure nei setting non intensivi e rafforza il ruolo della medicina ospedaliera nel prevenire aggravamenti clinici.
Nell’ambito dell’emergenza, l’equipe dell’Asl di Asti ha partecipato allo studio internazionale PPI-SEPSIS, pubblicato nel 2023 su Contemporary Clinical Trials, per valutare l’impiego ad alte dosi dell’esomeprazolo, un inibitore di pompa protonica, come agente anti-infiammatorio in pazienti con sepsi o shock settico. Il razionale dello studio nasce da evidenze preliminari che indicano un effetto immunomodulante del farmaco, capace di ridurre la risposta infiammatoria e migliorare l’outcome clinico. Lo studio, ancora in corso, prevede il coinvolgimento di 300 pazienti in diversi Paesi ed esplorerà l’effetto del trattamento su disfunzione d’organo, durata della degenza e mortalità.
Infine, l’Asl di Asti ha presentato un’analisi retrospettiva comparativa tra la prima e la seconda ondata della pandemia Covid-19. Lo studio, basato su 152 pazienti ricoverati in terapia intensiva, ha mostrato un netto peggioramento della prognosi nella seconda ondata, con un aumento significativo del septic shock (dal 30,8% al 51,7%) e della mortalità a 28 giorni (dal 29% al 63,1%). L’uso più frequente di steroidi e antibiotici ad ampio spettro nella seconda fase potrebbe aver favorito l’emergere di patogeni multiresistenti come Acinetobacter baumannii e Klebsiella pneumoniae, contribuendo al peggioramento degli esiti. Un lavoro che riflette sull’evoluzione delle strategie terapeutiche nel corso della pandemia e sulla necessità di un approccio più mirato e prudente alle terapie empiriche.
Dalla pratica intensiva quotidiana alla partecipazione a studi internazionali, la ricerca condotta ad Asti dimostra che si possono ottenere ricadute importanti non solo sull’innovazione clinica, ma anche sulla qualità e tempestività delle cure nei contesti più critici.
CURARSI CON LA RICERCA IN PIEMONTE
La rubrica della Regione Piemonte, in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R), che racconta la ricerca all’interno delle singole Aziende Sanitarie Regionali. Dopo aver raccontato l’importanza di fare ricerca e di avere Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sul territorio al fine di migliorare sempre di più le cure e i servizi offerti, nonché il ruolo del DAIRI – R nella governance della ricerca sanitaria del Piemonte, ogni settimana verrà approfondita un’esperienza diversa, per valorizzare il lavoro svolto nelle diverse ASR e le buone pratiche che contribuiscono a costruire un sistema sanitario innovativo e fondato sull’evidenza scientifica.