A fronte della nuova crisi covid-19, lo Stato ha emanato il ‘Decreto Ristori’, recante misure urgenti in materia di tutela della salute e sostegno a lavoratori ed imprese. Il provvedimento prevede lo stanziamento di risorse immediate a fondo perduto per attività e lavoratori interessati dalle misure restrittive del nuovo Dpcm, quindi anche per il settore agricolo.

Con la collaborazione dell’associazione di produttori ‘Barbera Agliano’, abbiamo chiesto ad alcuni vitivinicoltori di zona la loro opinione in merito a tali misure. Ringraziamo per la disponibilità Andrea Faccio di Villa Giada, Claudio Dacasto dell’Azienda Dacasto Duilio, Lionello Rosso del Poderi Rosso Giovanni ed Alessandro Durio dell’Azienda Durio Wines.

I produttori aprono l’intervista descrivendo la ripresa del mercato del vino dopo il primo lockdown “La ripresa è stata migliore delle aspettative, grazie alla veloce ripartenza di vendite e turismo. Inoltre la presenza sui mercati del Nord Europa, che non ha avuto grossi rallentamenti, ci ha permesso di reggere l’urto a livello di fatturato. Molti eventi si sono spostati online e sono state fatte degustazioni davanti al pc, soprattutto con i clienti di altri Paesi, poiché è comunque calato in parte il turismo estero.”.

Chiariscono poi le limitazioni imposte dal nuovo Dpcm agli imprenditori agricoli “Lo svolgimento delle attività agricole è consentito. La vendita diretta è sempre possibile ma quella in cantina è ovviamente azzerata, come visite e degustazioni, per noi importantissime. Molti clienti in questo periodo hanno ripreso ad acquistare online, con consegna a domicilio.”.

Proseguono spiegando le ripercussioni che avrà il blocco del canale Horeca sul mercato del vino “Questo è purtroppo un problema serio per le piccole aziende agricole, che non hanno la GDO come canale di vendita. Il provvedimento di fatto non limita direttamente noi agricoltori ma blocca i nostri clienti, in modo particolare la ristorazione, la cui chiusura porta ad una grossa diminuzione delle vendite, oltretutto in uno dei periodi più importanti dell’anno, ovvero l’autunno del turismo di qualità ed il Natale. Gli acquisti si sono spostati nella grande distribuzione, che vende tendenzialmente vini con fascia di prezzo bassa o etichette più conosciute, tagliando fuori le piccole e medie aziende, che non hanno numeri e margini economici in grado di supportare l’entrata in questo canale.”.

Il decreto riconosce, anche agli imprenditori agricoli ed ai coltivatori diretti, lo stanziamento di risorse a fondo perduto e l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali per la mensilità relativa a novembre 2020. Sull’utilità di questi aiuti, i viticoltori dicono “Gli aiuti principali sono rivolti agli esercizi che hanno dovuto chiudere, in realtà però della crisi risente tutta la filiera. Le piccole aziende, per essere supportate e sostenute concretamente ed in maniera efficace, hanno bisogno di interventi rapidi ed effettivi. In particolare sono fondamentali tre aiuti: sgravio fiscale totale per i prossimi 6 mesi​, forte promozione del brand ‘Piemonte’ attraverso una campagna promozionale forte e coordinata da un unico ente, snellimento di una burocrazia da sempre problematica per le micro aziende. Sarà solo la ripartenza a risolvere la crisi, perché nessuna agevolazione coprirà mai quello che fornisce il mercato in termini di fatturato.”.

In merito alle differenze percepite rispetto al primo lockdown, i vignaioli affermano “La situazione è un po’ più leggera rispetto alla prima crisi, perché ad oggi il mercato non si è bloccato completamente. Tuttavia bisogna dire che la prima ondata è stata superata grazie all’arte di arrangiarsi tipica degli italiani, era però prevedibile che sarebbe arrivata una seconda ondata ma non sono stati predisposti piani di emergenza adeguati, segno di una grossa incapacità organizzativa.”.

Per ciò che riguarda l’aspetto psicologico, confessano “Un secondo lockdown a due mesi dal Natale è sicuramente un duro colpo per il morale, inoltre la percezione è quella di un periodo di difficoltà che si protrarrà per più tempo rispetto al precedente e con ripercussioni più pesanti. La crisi economica metterà in difficoltà parecchie nazioni importanti per l’export Piemonte e gran parte del fatturato del mercato autunnale e natalizio andrà irrimediabilmente perduto. L’entità reale del danno si potrà vedere solo tra qualche tempo.”.

Concludono poi con la positività che contraddistingue gli italiani “La forza più grande è nelle persone, che non si perdono mai d’animo, resistono e si adattano, cercando soluzioni veloci alle nuove situazioni.​ Abbiamo la consapevolezza che dopo la notte arriva sempre il giorno ed è durante la notte che si pensa meglio, trovando come utilizzare in maniera ottimale le risorse, per far crescere le nostre attività. A differenza di qualche anno fa, oggi abbiamo mezzi e strutture e siamo pronti a livello tecnologico, organizzativo e soprattutto psicologico per ripartire alla grande!”.

Stefania Castino