SONY DSCTrenta studenti dell’università astigiana saranno coinvolti, sabato 7 giugno, nel progetto “L’acqua di San Fedele: dall’inquinamento alla bonifica ambientale” proposto nell’ambito di Verdeterra. I ragazzi frequentano il primo anno del corso di laurea in Infermieristica: alle 8,30 saranno impegnati nella visita al quartiere, ancora in attesa della bonifica dopo la contaminazione da cromo esavalente e solventi clorurati dei pozzi privati. L’uscita, coordinata dalla giornalista Laura Nosenzo e proposta dall’Associazione culturale Comunica in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune e l’Israt, consentirà agli studenti di approfondire due aspetti fondamentali della vicenda: la contaminazione della falda, con il contributo del tecnico Arpa Silvana Benedetti, e i controlli sulla salute, attraverso le testimonianze di due abitanti del luogo, Valentino Aloi (ex segretario del Comitato San Fedele) e Egidio Ponchione, il primo a scoprire nel pozzo l’acqua gialla, compromessa dal cromo esavalente. I ragazzi saranno affiancati da Roberto Russo, epidemiologo e presidente del corso di laurea in Infermieristica; con lui anche Mauro Villa e Tiziana Stobbione, rispettivamente coordinatore e referente dello stesso corso. La visita toccherà alcuni luoghi considerati significativi nella vicenda della contaminazione ambientale: dalle case di Villaggio San Fedele ai punti di prelievo dell’acqua da analizzare, dal centro sociale del quartiere alla barriera idraulica costruita dall’Arvin Meritor (nel 1999, quando scoppiò il caso, gestiva l’ex Way-Assauto) fino ai cancelli della fabbrica, oggi chiusa. A metà mattinata gli studenti rientreranno in aula, dove con il professor Russo discuteranno come si realizza uno studio epidemiologico su una comunità a rischio ambientale. Il progetto sull’acqua di San Fedele viene replicato quest’anno dopo aver coinvolto gli studenti del Liceo statale Monti durante l’edizione 2013 di Verdeterra.