Noto al grande pubblico per la sua vittoria alla terza edizione di MasterChef Italia nel 2014, il torinese Federico Francesco Ferrero sabato 19 giugno al pomeriggio sarà a San Damiano, sul palco de “La Barbera Incontra”.

Due libri all’attivo: “L’apericena non esiste – Magri e in salute tra apertivi e cene fuori casa” (Il Golosario-Cairo) e “Missione Leggerezza – Ricette, segreti e passioni del vincitore di MasterChef” (Rizzoli), “DoctorChef”, una rubrica settimanale su La Stampa e “Lettere a FFF”, su Metro, dove si occupa di questioni legate al suo lavoro di nutrizionista. E ancora: medico, foodteller, scrittore, giornalista, consulente per i ristoranti e per le aziende di settore gastronomico, docente, conferenziere. Non necessariamente in quest’ordine.
È una conoscenza (e un impegno) a 360° quella di Ferrero attorno al tema del cibo. “Ho messo davvero il cibo al centro della mia vita – spiega Ferrero – e l’ho studiato in tutte le sue sfaccettature. Ormai quasi ci si vergogna di studiare. Io ho passato la vita a studiare e a fare esperienze, per me tutto ruota attorno al cibo”.

Come ha deciso di partecipare a Masterchef?

“Fu la moglie di un mio caro amico a iscrivermi al programma. All’epoca ero già medico, mi occupavo di nutrizione e sognavo di scrivere di cibo. L’ho fatto volentieri, ho avuto l’opportunità di dimostrare la mia conoscenza su questo tema, che penso pochi in Italia possano vantare in modo tanto esteso. Come dice Ruth Reichl, critica gastronomica del New York Times, il cibo non è appannaggio degli chef”.

C’è un progetto ambizioso adesso nei suoi sogni, “Torino-Piemonte World Capital Food”: di cosa si tratta?

“Lavoriamo a questo progetto da sette anni. Siamo convinti che Torino e il Piemonte abbiano tutte le carte in regola per diventare un polo enogastronomico di importanza mondiale. Una “food valley” riconosciuta a livello globale. In questo sistema tutto avrebbe importanza, non solo l’enogastronomia in senso stretto ma l’intero comparto produttivo, economico, culturale. Abbiamo raccolto dati che dimostrano questa tesi. Cercheremo di essere motori di aggregazione, di innovazione e promotori di dialogo per i soggetti della filiera. Non vogliamo sostituirci a nessun organo istituzionale (Regione, enti territoriali, associazioni di categoria), al contrario: vogliamo che tutti si siedano allo stesso tavolo per fare innovazione su ogni aspetto del cibo, dalla ricerca scientifica alla ristorazione, dall’industria alimentare al turismo e la nostra ambizione è di aiutarli a promuovere questa eccellenza, superando conflitti e campanili”.

Torniamo all’evento di sabato pomeriggio e parliamo di Barbera: ha qualche ricordo legato a questo vino così importante per il nostro territorio?

“Come no! Una delle esperienze sensoriali che proporremo nell’ambito de La Barbera Incontra sarà un viaggio nel tempo per me: il mio primo incontro con il vino. Tra gli altri assaggi, faremo assaggiare una Barbera allungata con l’acqua, proprio come succedeva quando eravamo piccoli e ci facevano provare prima poche gocce di vino diluite nell’acqua, per guidarci verso un calice metà a acqua e metà vino e finalmente verso l’assaggio del vino vero e proprio. Con me sul palco Mimmo Caruso e lo chef Andrea Larossa. Ci sarà da divertirsi!”.

L’intervista completa su La Gazzetta d’Asti in edicola da domani, venerdì 18 giugno 2021.

Marianna Natale