Il Palio di Asti 2025 ha regalato grandi emozioni: la vittoria di Tittia per il borgo Don Bosco, a quasi trent’anni dall’ultimo trionfo, ma anche decisioni delicate e discusse prese dalla Commissione Veterinaria, guidata dal dottor Fulvio Brusa. Con lui ripercorriamo i momenti salienti e approfondiamo come certe scelte, a volte impopolari, siano in realtà fondamentali per il Palio e per la tutela dei cavalli.

Dottor Brusa, come valuta la corsa di domenica e, più in generale, il livello dei fantini di oggi?

“Il livello è molto variegato: in pista ci sono professionisti di assoluto valore ma non tutti hanno la stessa preparazione. È un aspetto cruciale: la scelta del fantino deve essere sempre attentissima perché al canapo l’emozione e la tensione sono uniche e vanno gestite con esperienza. A volte, invece, si rischia di mettere in sella persone non davvero pronte. Lo si vede bene con campioni come Atzeni, Pes o Gingillo: loro sanno governare il cavallo in ogni situazione, ed è lì che si misura la differenza”.

La Commissione Veterinaria è una sua “creatura” e la guida dal 1990. Come funziona oggi?

“Ogni borgo, comune o rione presenta due cavalli: in totale 42 soggetti da visitare. La Commissione si divide in due sottocommissioni che lavorano in parallelo, così da completare le visite in due giornate intense: il primo giorno esaminiamo i cavalli di 11 rioni, il secondo quelli degli altri dieci. A supporto c’è un radiologo per gli accertamenti nei casi dubbi e due veterinari incaricati dell’antidoping. Il loro compito è fondamentale: eseguono i prelievi dopo le visite su tutti i cavalli e, il giorno del Palio, sui nove finalisti più i tre quarti classificati delle batterie”.

Le visite veterinarie sono sempre più accurate grazie anche a nuove tecnologie. In questo quadro, cosa succede se un rione si trova senza cavalli idonei?

“Il nostro lavoro è cambiato molto. Fino a pochi anni fa le misurazioni si facevano con metro e centimetro, strumenti che potevano risentire della posizione del cavallo o del terreno. Da quest’anno abbiamo introdotto il laser, che garantisce una precisione assoluta. Se entrambi i cavalli di un rione vengono esclusi, il regolamento consente due possibilità: presentare un terzo cavallo entro le 12 del venerdì, oppure – fino alla domenica mattina, quando si chiudono le iscrizioni – prendere in carico un soggetto già idoneo di un altro rione. È successo anche quest’anno: Don Bosco, che poi ha vinto il Palio, aveva due cavalli idonei e ne ha ceduto uno a Tanaro, rimasto senza dopo un infortunio. In totale ci sono stati tre “prestiti”: Tanaro, Nizza e Montechiaro. Tutti e tre i cavalli sono arrivati in finale, anche se Montechiaro non ha poi corso la batteria decisiva”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 12 settembre 2025

Cristiana Luongo