Vivo in una magnifica bolla di entusiasmo e non ho ancora realizzato che quello che è successo, è successo davvero”. Così esordisce Massimiliano Stella, il rettore del Don Bosco che è riuscito nell’impresa di riportare il Palio nel suo borgo dopo 29 anni di attesa.
Dopo solo due anni da quando ha preso la guida del borgo gialloblù dopo cinque anni da vice.
Che cosa si prova a vincere la corsa nei suoi 750 anni di vita?
“E’ un sogno. Sperato, cercato, voluto, non facile da realizzare. Ma era atteso e in qualche modo era arrivato il momento. Da anni ci stavamo muovendo in questo senso. Tutti coloro che hanno lavorato per anni in maniera seria e assidua dovevano raccogliere il frutto del loro impegno. Si sa, il Palio è un grande impegno di volontariato, non retribuito: l’unico modo per essere in qualche modo ripagati per tutto il lavoro che si fa è l’emozione di alzare il drappo al cielo. Un’emozione che finalmente domenica abbiamo provato”.
Un Palio che manca da 30 anni rischia di scoraggiare i borghigiani, invece i sostenitori del Don Bosco sono sempre vivi e attivi, a partire dal gruppo sbandieratori che sa imporsi nelle gare più importati. Qual è il segreto per tenere unito un comitato?
“I cardini di un comitato stanno proprio nell’unione dei suoi membri. Vincere è difficile e non è scontato tenere un gruppo coeso ma paradossalmente i rischi più grandi si possono correre dopo aver vinto il Palio, quando si è centrato l’obiettivo e si rischia di voler tirare i remi in barca. La vittoria non deve essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza e noi, da questo punto di vista, siamo molto uniti e pronti a iniziare il nostro anno di festeggiamenti. Abbiamo delle commissioni che lavorano assiduamente lungo tutto l’anno, ottenendo risultati e riconoscimenti. Centro del nostro borgo è la sede del comitato: da quando è diventata vivibile, si è trasformata in un fondamentale punto di aggregazione dove fare gruppo, incontrare persone, soprattutto i bambini”.
Com’è stato questo Palio dal suo punto di vista?
“Abbiamo vissuto questo Palio in modo molto armonioso, anche se con qualche preoccupazione. Si sa che molto fa la fortuna e negli ultimi anni finivamo sempre in terza batteria. Quando siamo stati estratti in seconda siamo stati felici, ma si trattava di una batteria tosta, con accoppiate importanti. In finale poi c’erano tutti i migliori: una delle finali con maggior qualità ed esperienza degli ultimi anni. Ecco perché vincere è stato ancora più gratificante”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 12 settembre 2025
Laura Avidano