“La Douja è la più storica celebrazione del vino in Italia e costituisce un appuntamento irrinunciabile per Asti e per tutto il Piemonte”. Non ha dubbi Filippo Mobrici, vicepresidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. “L’evento rappresenta un’occasione significativa di incontro e scambio, favorendo collaborazioni culturali e offrendo ai produttori una ribalta privilegiata per valorizzare il proprio impegno – prosegue Mobrici – . Con i suoi format esperienziali e gli strumenti di comunicazione innovativi, la Douja consente di raggiungere nuovi pubblici, rafforzare la notorietà e l’identità delle nostre eccellenze e promuovere il vino astigiano e piemontese con un respiro sempre più dinamico e internazionale. È un momento di festa dedicato al vino e alla città, capace di coinvolgere abitanti e ospiti in un’esperienza autentica e condivisa”.

Una battuta sulla vendemmia 2025?

“La vendemmia 2025 si annuncia positiva: ci aspettiamo una produzione di ottima qualità, con quantità nella norma. Rispetto al 2024 i vigneti hanno richiesto meno trattamenti e la gestione fitosanitaria è stata più agevole. Naturalmente in questo momento preoccupa l’incognita della pioggia”.

Quali sono le principali sfide che quest’anno vi sta ponendo, in vigna e sui mercati?

“Le sfide che stiamo affrontando oggi arrivano soprattutto dai mercati, che richiedono sempre più attenzione, continuità e capacità di raccontare il valore dei nostri vini. Come Consorzio, il nostro impegno va proprio in questa direzione: promuovere e far conoscere la Barbera d’Asti e le nostre denominazioni con attività mirate. La collaborazione con il Gambero Rosso ci permette di portare i nostri vini in contesti di grande prestigio e visibilità, mentre sul territorio lavoriamo per coinvolgere direttamente il pubblico attraverso appuntamenti come il Barbera Wine Festival in programma il prossimo novembre, che rappresenta un momento di incontro e di condivisione autentica. A tutto questo si aggiunge la partecipazione alle principali fiere di settore”.

Se i giornali riportano allarmismo sul fattore dei dazi Usa e sul generalizzato calo dei consumi, dalla voce dei viticoltori un altro capitolo preoccupante pare essere l’incidenza sempre più forte della flavescenza e di altre malattie della vite: come ci si può muovere per arginare questo preoccupante fenomeno?

“Il problema della flavescenza colpisce tutta la viticultura del Nord Italia dal 1995. I produttori sono resilenti e pongono massima attenzione alla lotta a questa malattia attraverso l’attuazione di tutti i protocolli e l’utilizzo dei trattamenti obbligatori. Come Consorzio supportiamo la ricerca cercando di fornire ai nostri produttori strumenti utili”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 12 settembre 2025

Marianna Natale