foto_rita_pelusio_pianto_tutto_300.1261494561In giorni come questi nei quali si parla tanto di quote rosa, Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Claudia Penoni portano in scena con la regia di Marco Rampoldi lo spettacolo “Stasera non escort”: tra cinici monologhi e canzoni irriverenti, sadici corsi di autostima e fiabe maliziose, incursioni di personaggi esilaranti e momenti di commozione, al Teatro Alfieri venerdì 21 marzo alle 21 si riderà di se stessi prima ancora che degli altri. Il gruppo di attrici comiche scende in campo per commentare con una satira dissacrante lo stato delle donne italiane di oggi: partendo dal pericoloso presupposto che per una donna contemporanea l’unico lavoro sicuro e ben remunerato sembra essere quello della escort, le attrici posano il loro sguardo impietoso sulle disparità tra i sessi nella vita e nel lavoro, sulla sessualità, sull’immagine femminile offerta dai media.  Quello di oggi è un mondo talmente assurdo e paradossale da fornire un’infinità di spunti comici, sebbene di fronte alla desolazione di certi scenari il riso si faccia a volte amaro. 
La forza di “Stasera non escort” sta nell’avere unito quattro attrici, diverse per storia personale ed esperienza sulle scene, ma accomunate dalla voglia di demistificare a colpi di risate i luoghi comuni sul mondo delle donne. Ne abbiamo parlato con Rita Pelusio, tra una ripresa e l’altra dei suoi sketch a Colorado Cafè. Qual è il messaggio primario di “Stasera non escort?” “Il messaggio del nostro spettacolo è di rimpossessarsi di ciò che vuol dire essere donne. Finché avremo bisogno di leggi che ci tutelino vorrà dire che viviamo in un mondo ingiusto e iniquo. Purtroppo ce n’è ancora bisogno, di politiche di sostegno e interventi a favore delle “quote rosa”: ma bisogna rivalutare seriamente il ruolo della donna”. Esiste una differenza di fondo secondo lei tra i generi? “Esiste, ma siamo molto indietro rispetto a paesi esteri. Pensi solo al mestiere di comico: a livello internazionale si articolano le più diverse tematiche, si fa ironia su figli, mariti, uomini. Da noi il mondo della comicità è in mano agli uomini, mentre le donne hanno un umorismo che difficilmente può essere portato in scena perché chi giudica è sempre un uomo, chi decide programmi e palinsesti è uomo. Se c’è comicità deve essere maschile. Ma un esempio brillante come quello di Serena Dandini dovrebbe chiarire che invece c’è posto per tutti”. Qual è il rapporto tra voi, quattro donne su un palco solo? “C’è un’alchimia perfetta. Siamo tutte diverse, tutte primedonne: abbiamo fatto un duro lavoro sull’ego di ognuna, limandolo, costruendo insieme lo spettacolo. Non ci sono mai stati problemi, se non qualche discussione a livello registico, ma il clima è stato complessivamente molto collaborativo, ognuna nel suo proprio ruolo. C’è stato un positivo confronto, non invidie o gelosie” MN